Parallele, rubrica Metacarpi su Voce del 31 maggio 2018

Un giorno qualcuno scriverà una strana, doppia storia. La prima è quella di un’impresa di costruzioni arrivata ai centodieci anni di età e diventata grande soprattutto grazie agli ospedali, avendone costruiti o sistemati a Modena e a Milano, a Monza, a Firenze e a Verona, a Ferrara e a Udine, nell’alto vicentino, a Pisa e a Pordenone, due perfino in Danimarca. Ospedali belli, funzionali e soprattutto nuovi e aggiornati ai tempi. La seconda parla della città, orgogliosa di averla vista nascere e crescere, quell’impresa. Ma mentre andava così fiera degli ospedali altrui, la città vedeva deperire il proprio. Con gli stessi anni dell’azienda concittadina, portati però molto peggio. Al punto da richiedere continui cerotti, aggiunte e riparazioni, fino a farne un esempio di edilizia arlecchinesca, un campionario di vecchio e meno vecchio, mai approdato al moderno. Da qui l’impressione di due storie, una pimpante e l’altra decadente, indirizzate su due rette parallele. Il finale non è ancora stato scritto. Ma se nessuno si decide a farle incontrare, le parallele, non lo leggeremo mai.

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