Scaloni

Sarà stato per il troppo cioccolato da uova pasquali. O per quel comunicato in cui il Pd chiede a Muzzarelli di fare di Modena una città più universitaria. Fatto sta che, in una nottata di incubi politico amministrativi, ci siamo ritrovati per un po' – ore o minuti non sappiamo: nei sogni va così – a indossare i panni del nostro Sindaco. E a salire lo scalone del Rettorato dell'Università per genufletterci davanti al Magnifico e chiedergli: “Signor Rettore, abbiamo alloggi sfitti in quantità, un ex Consorzio agrario prospiciente la campagna, a undici minuti di treno dal centro di Modena e dove una Facoltà di Agraria sarebbe come a casa propria. E poi una bella biblioteca, un centro gradevole. Apra gli occhi: ci servono dei giovani e a voi degli spazi. Ci distacchi a Carpi un pezzo del suo Ateneo». Ci siamo destati sentendoci piccoli piccoli, pieni di sconforto e frustrazione. Per il sopracciglio alzato dal Rettore? Per la solennità dell'ambiente? Per il senso di timidezza e di arrendevole subalternità che trasmettono i panni del nostro Sindaco? Non lo sapremo mai.

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