Meno male che Silvio c’è stato

Purtroppo per me non ho il dono della fede. Quella religiosa, intendo. E come tutti gli agnostici sostituisco l’assenza di illuminazioni trascendenti con quello che mi passa il convento delle umane illusioni. Miti come il progresso, la giustizia, la libertà – visibilmente e crescentemente screditati e dileggiati presso la più gran parte dei miei simili, e non necessariamente a torto – continuano a farmi palpitare il cuore. E a ispirarmi una sempre più irragionevole, e perciò stesso fideistica ma incrollabile, fiducia.

Credo, ad esempio, in un qualche senso della Storia. Non riesco, a differenza di molti contemporanei, a vedervi solo macerie, brutture, sconfitte. Mi ostino a pensare che esista, nell’azione di uomini e donne nel tempo, una qualche direzione di marcia, ignota perché sennò sarebbe troppo comoda, ma immanente alle cose che facciamo, o cerchiamo di fare, e a quelle che hanno combinato o abbozzato i nostri predecessori.

È chiaro che fare professione di ottimismo nel decorso delle vicende storiche oggi, nel duemiladiciassette, è un po’ come andare fra gli ultras della squadra di casa con la maglia degli ospiti: se ti va bene ti ridono dietro, più probabilmente ti prendi il tuo, verbalmente e fisicamente. Eppure qualcosa, sotto alle nostre vite e alle nostre società, apparentemente prive di un filo conduttore che non sia la mera lotta per la sopravvivenza materiale, c’è.

 

Prendiamo il caso di Silvio Berlusconi, che mi fa anche piacere nominare, perché non più di un lustro fa se lo citavi era un paranoico, fissato e invidioso, adesso invece, a parte le sue televisioni e i suoi giornali, fra l’altro con crescente imbarazzo, non se lo fila nessuno. Ecco, la storia politica di Silvio Berlusconi, che poi è la storia politica (e culturale, e sociale) del nostro paese per più di quindici anni, mica bruscolini, se uno la guarda bene, e non si fa prendere dalla sconforto del tempo inutilmente perduto a coprire per via parlamentare e istituzionale le sue malefatte con il fisco e con le minorenni, bene, quella storia lì, a starci attenti, non è per niente accaduta invano. 

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