Una vita da figuranti

Qualche giorno fa una mia conoscente mi raccontava di una sua amica, mamma, che è stata tradita dal marito. L’episodio, in sé, non avrebbe niente di eccezionale, tanto più che viviamo in un mondo in cui le scappatoie dalla monotonia della vita quotidiana vengono offerte a prezzi sempre più deflazionati, in cui le scorciatoie occhieggiano seducenti alimentandosi di ogni frammento di frustrazione e in cui le vie d’uscita sussurrano languide a portata di un click.

Me lo riferiva piuttosto perché voleva richiamare la mia attenzione sull’affermazione di uno dei bambini della donna che, all’ennesimo lamento esasperato della madre, in cui si diceva sfinita e demoralizzata per la situazione che si era venuta a creare, le avrebbe risposto: “Il papà ti ha tradita perché urli sempre”.

La mia conoscente raccontava il fatto con espressione, oserei dire, illuminata, come se in quelle poche parole, il bambino avesse dato la chiave di lettura migliore all’accaduto. Quella più aderente alla realtà. Ed è pur probabile, in effetti, che le parole del bambino riflettessero davvero la realtà in modo piuttosto fedele. È probabile che quella donna, quella mamma, nella sua vita, nella sua casa, nei suoi vestiti da moglie, madre, lavoratrice, casalinga, si trovasse ad urlare spesso. Lì per lì, quelle parole mi hanno impressionata.

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