di Elisa Paltrinieri*
L’1 luglio scorso è stata approvata dalla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna una nuova legge, presentata dal governatore Stefano Bonaccini e dagli assessori Elisabetta Gualmini (al Welfare) e Sergio Venturi (alla Sanità): questa nuova legge introduce l’obbligo vaccinale per difterite, tetano, poliomielite ed epatite B, obbligo che in verità c’era già ma che da settembre 2017 diventerà vincolante per l’accesso agli asili nido della Regione. Tutto ciò sarebbe una risposta alla flessione nella percentuale dei bambini vaccinati che, secondo l’Istituto Superiore della Sanità, sarebbe scesa al di sotto del 95 per cento e alla recente morte di una neonata di 28 giorni per pertosse a Bologna. E, in materia di salute, da quindici anni a questa parte ogni Regione è libera di legiferare in autonomia. Tanto per citare alcuni esempi: Lombardia, Toscana e Marche stanno valutando provvedimenti analoghi a quelli dell’Emilia-Romagna; il Piemonte consente ai genitori obiettori di avvalersi del dissenso informato, mentre in Veneto è stato sospeso l’obbligo dei vaccini.