Sentenza della Corte di Cassazione sul kirpan, il pugnale sacro dei sikh: l’immigrato “…ha l’obbligo di conformare i propri valori a quelli del mondo occidentale in cui ha liberamente scelto di inserirsi”. Non è una legge, certo: ma il principio in sede giuridica ha vasti ambiti di applicazione. Fino alle donne coperte. Soliti due fronti: attenti, così toccate la libertà di culto, protesta la comunità sikh, molto numerosa, per esempio, a Novellara. Ma se vivete qui, fanno testo le regole che ci siamo dati noi, ribatte Emma Bonino. Criterio francese, dello Stato rigorosamente laico o filosofia britannica, che permette alle guardie della Regina provenienti dal Punjab di indossare il turbante? Verrebbe allora da argomentare che il turbante sì e il pugnale no; il velo sì, ma il niqab no. Si chiama spartiacque della sicurezza. “Un po’ di rispetto alla memoria servirebbe. Anche ai quattro ragazzini (13/14 anni) che, annoiandosi, hanno pensato bene di sfasciare una settantina di tombe al cimitero del Verano, a Roma. Nessuna preferenza né movente ideologico: croci, stelle di David, fotografie, urne, vasi, contava solo rompere. Ma chi rompe, paga? Non lo so, in un Paese normale sì. Viviamo in un Paese normale? Non credo”. Così Gianni Mura su la Repubblica del 14 maggio: non sappiamo perché, ma qualche cosa ci dice che il ragionamento un po’ ci riguarda. Sussulto della politica: lunedì 22 maggio Massimo D’Alema sbarca a Carpi per insediarvi Articolo Uno Mdp. Leader locale della sigla – vetero comunista, neo diessina o anti renziana, fate voi – è Lucio Ferrari, ex quadro Confesercenti, ex assessore al Bilancio del Pci, oggi ai vertici dell’Anpi. Come dire, due bei pezzi di storia comunista: vedremo se solleveranno impetuose ondate di orgoglio di sinistra o solo una stanca risacca di nostalgia. Fremiti elettorali a Novi. Stando alle voci, parrebbe che su tutte e tre le liste in campo ci sia una importante ipoteca carpigiana. Nella migliore delle ipotesi, una siffatta “colonizzazione” rappresenterebbe un bel passo avanti per la trasformazione delle Terre d’Argine in Comune unico. Nella peggiore, Novi verrebbe semplicemente utilizzata come banco di prova in vista delle Comunali di Carpi del 2019. Il che non dovrebbe facilitare più di tanto la ricostruzione post sisma.
23 Maggio 2017
Settegiorni
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