Settegiorni, su Voce digitale del 15 dicembre

"Si dimetta, “Si dimetta”: ma quando la capiranno, le opposizioni Pd e M5S, che la richiesta di dimissioni di questo o di quel ministro o sottosegretario o cognato o amico degli amici, diventa un'arma spuntata quando la si utilizza troppo e per qualunque episodio, al punto da svalutarla per il giorno in cui valesse davvero la pena metterla in campo? Per citare solo l'ultima: il dirigente degli approfondimenti della Rai parla da militante, usando il noi, alla festa di Fratelli d'Italia? E va bene: non lo si sapeva che il partito di Meloni ha fatto il pieno di quadri superiori e intermedi della televisione di Stato? Poiché non si dimetterà mai, tanto vale sapere che Paolo Corsini, che guida un pezzo della Rai, si sente appassionatamente e fraternamente legato a Fratelli d'Italia. Così da poter fare la cosiddetta tara a ogni prodotto televisivo cui abbia messo mano il suddetto.

Ma torniamo alle cose di casa nostra. Merita un encomio la risposta fornita dalla Segretaria del Pd alla cronista del Carlino circa l'utilità delle primarie per far conoscere meglio i due candidati a Sindaco espressi finora dal suo partito e subito dopo l'inutile riunione della coalizione che avrebbe dovuto decidere proprio su questo: “Mi permetto di aggiungere – ha detto – che nelle due ore di proficua discussione abbiamo esercitato l'arte della politica e non ci siamo soffermati più del dovuto su uno degli strumenti di partecipazione”. Come darle torto? La politica, come l'arte, veleggia sopra le terrestri banalità dei nomi dei candidati e dei modi per sceglierli. E naviga in un empireo rarefatto, dove le umane vicende si rimpiccioliscono, mentre sempre più nitido e chiaro si delinea il profilo di Dio.