Settegiorni, su Voce digitale del 16 giugno

Un gruppo politico, prendiamone uno a caso, i Giovani Democratici, sul proprio profilo Instagram decide di dire la propria, magari anche tirata, sulla morte del Cavaliere. Dall'altro fronte – Lega e Gioventù Nazionale – partono reazioni di sdegno indirizzate alle redazioni dei giornali, con richiesta di pubblicazione. Quesito deontologico: come si fa a dare notizia delle seconde, se manca lo spunto offerto dai primi, visto che questi non si sono rivolti ai giornali, esprimendosi solo attraverso una propria pagina? Semplificando: si deve comunicare la “risposta”, se non si è stati coinvolti nella “botta” e se alla medesima gli autori non hanno voluto dare carattere di informazione pubblica? Che provino dunque a sbrigarsela fra loro, nei rispettivi profili o pagine o che dir si voglia.

Sono stati giorni tesi, comunque, quelli coincisi con il lutto nazionale. C'è chi è arrivato a dichiarare, sulla pagina social della nostra testata, di attendersi il nostro "disappunto” per qualche commento critico – i più grevi, da una parte e dall'altra, li avevamo già eliminati – partito all'indirizzo della personalità al centro delle esequie e della ridondanza mediatica delle medesime. Calma signori: essere vincitori di elezioni, aver la convinzione di interpretare gli umori del Paese e trovarsi a governare non autorizza alcuna pretesa di allineare il prossimo.

 

Il Ministro all'Istruzione e al Merito dichiara a un settimanale che la sua regola per il governo della scuola è quella delle due “L”: Libertà e Lavoro. Una decina di anni fa, Letizia Moratti, da Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, disse di voler ispirare la sua riforma della scuola alle tre “I”: Inglese, Informatica, Impresa. Dal prossimo Ministro sarebbe bello che, in fatto di principi regolatori della scuola, si ripartisse dall'ABC.