Astrazione versus realtà

Qualcuno (ma chi poi, esattamente? I governi, le organizzazioni internazionali, il Papa?), del tutto incurante dell’opinione pubblica bollata a priori come “populista” ha stabilito, in astratto, ovvero in linea di principio, che non devono più esistere confini né si devono alzare barriere, che tutti devono poter andare liberamente dove vogliono, che esiste il diritto (per alcuni) e il dovere (per altri) di accoglienza, con ciò che ne consegue sul piano economico e sociale. Il risultato di questo approccio, puramente ideologico e assai poco pragmatico, lo abbiamo visto per Pasqua: le città blindate, come a Natale, per motivi di sicurezza. In piazza del Duomo a Milano non solo palme (in omaggio ai nuovi abitatori) ma blocchi di cemento e pattuglie armate fino ai denti, idem a Bologna, a Roma e ovunque vi siano “obiettivi sensibili” (come a Carpi, in occasione della visita del Papa). Insomma, per aver rinunciato a controllare i confini dello stato, in omaggio al moderno dogma della libera circolazione di merci e persone, siamo tornati al medioevo, quando ogni singola città doveva provvedere alla propria sicurezza innalzando cinte murarie. Non una sola barriera al confine, non sia mai, non sarebbe politicamente corretto, ma decine di muri, quelli sì, nelle cento città italiane, con l’impiego di decine di migliaia di uomini impegnati vanamente nella sorveglianza.

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