Bitcoin: modernità o ritorno al passato?

Durante le festività ho navi­gato un po’ su internet per approfondire la conoscenza dell’universo delle cosiddette mone­te virtuali. Prenderò ad esempio il caso di Bitcoin, che riscuote il gra­dimento più alto tra i fanatici del web (ma al secondo posto troviamo Ripple, che pare sia gradita anche al sistema bancario).

La prima cosa che ho osservato è la trattazione continua, durante le ventiquattr’o­re e nei giorni festivi o di chiusura degli altri mercati finanziari. Il che richiede un monitoraggio costan­te delle quotazioni, impossibile da esercitarsi da parte di una persona fisica. Considerata la volatilità, mol­to elevata (simile a quella dei deriva­ti, come i futures), se vi assentate un attimo dal computer per andare in bagno, al ritorno potreste trovarvi con una perdita pari a un mese di stipendio.

 Nei giorni di festa poi i ribassisti si sono scatenati portando le quota­zioni (che erano arrivate a sfiorare i 20 mila dollari) a 12 mila 500. In­somma più che un mezzo adatto a un investimento, anche speculativo, il Bitcoin pare più prossimo a un gioco d’azzardo. 

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