Dal Fintech al Techfin

Il Fintech è l’argomento del giorno: si susseguono convegni e tavole rotonde su un fenomeno destinato a rivoluzionare il mondo della finanza. L’innovazione tecnologica spinge, come è ovvio, alla digitalizzazione del settore, con indubbi vantaggi per le aziende e per gli utenti, ma si sta anche accentuando la tendenza alla progressiva automazione, con esclusione del fattore umano a favore dell’uso dei robot. Il fatto è che nell’era dei tassi a zero si sono ridotti sensibilmente i margini di guadagno per le istituzioni finanziarie, oltre che per i risparmiatori, e i primi a farne le spese sono proprio i bancari. Già i consolidamenti in corso, con assorbimenti e fusioni, hanno ridotto notevolmente il personale delle banche, ora l’automazione sferra il colpo di grazia alla categoria. Nella filiale accanto a casa mia sono già spariti da più di un anno i cassieri, sostituiti da sportelli automatici dove l’utente deve fare tutto da sé. Restano negli uffici pochissimi addetti alla consulenza, ma anche in questo campo si prevede un drastico taglio. All’annuale raduno dei consulenti finanziari indipendenti, recentemente tenutosi a Verona, la relazione di base ha fornito un’indicazione che sicuramente avrà allarmato la platea: nel giro di pochi anni il personale addetto alla consulenza subirà un taglio del cinquanta per cento. Anche i consulenti rischiano, a breve, di essere sostituiti dai robot: gli algoritmi forniranno agli utenti le indicazioni su come investire.

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