Schioppettìi di bolle

Avevamo appena lanciato l’allarme sulla bolla dei Bitcoin che subito ci siamo trovati alle prese con la prova generale dello scoppio della bolla obbligazionaria. Prova generale, perché dopo un momento di panico determinato dalla diffusione di una voce relativa a una sia pur minima riduzione degli interventi sul mercato da parte della banca centrale del Giappone, le quotazioni paiono essersi riprese.

Ma è solo un assaggio di quel che accadrà quando davvero le banche centrali smetteranno di pompare liquidità nel sistema e cominceranno ad alzare i tassi d’interesse (in Europa si prevede non prima del 2019, anche se gli acquisti di titoli da parte della Bce si sono già dimezzati da quest’anno).

Il 2018 quindi sarà l’anno della rotazione dei portafogli ma le scelte per gli investitori non saranno facili, dato che anche il mercato azionario viaggia sui massimi (tranne in Italia dove siamo ancora sotto del cinquanta per cento dai livelli pre crisi, e quindi ci sono abbondanti margini di recupero).

Proprio la politica perseguita dalle banche centrali (tassi a zero e maxi acquisti di titoli di ogni sorte) ha dato origine alle bolle e a quotazioni sganciate dalla realtà. Proprio per questo, e per la sfiducia nelle banche centrali, molti hanno cercato rifugio nelle criptovalute, illudendosi di approdare così a lidi sicuri. 

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