Toh, c'è Pikachu per le vie del centro

"Scusate il ritardo ma stavo per investire due tipi che cercavano i Pokemon".

Detta così sembra una scusa assurda, tipo "mi dispiace ma l'Ufo che mi è atterrato stanotte in cortile mi bloccava l'uscita dal garage", invece quando il mio collega di quasi 10 anni più giovane spiega così perché ci ha messo tanto ad arrivare a lavoro viene accolto con assoluta comprensione dagli altri (che in effetti sono tutti più o meno coetanei tra loro). Addirittura un'altra gli esprime tutta la sua comprensione buttando lì un "si guarda, ieri notte all'una quando abbiamo chiuso ce n’erano almeno 20 che correvano verso il parco del cimitero, pare ce ne sia uno raro lì".

Stop.

Fermi tutti: parliamo di Pokemon? quei mostriciattoli giapponesi che andavano di moda quando io ero in seconda elementare perciò un'era geologica fa? Mi prendete in giro?

Proprio quelli: per una serie di felicissime scelte di marketing della Nintendo, quelle bestiacce con nomi irripetibili sono tornate in voga creando addirittura una sorta di compulsione collettiva che porta le persone più insospettabili (e, cosa più grave, maggiorenni) a uscire di casa a passo d'uomo, al massimo in bicicletta ma pedalando piano, a uscire di casa cellulare alla mano per scovarli.

Perché i Pokemon sono tutto intorno a noi! La genialata infatti consiste circa nell'aver disseminato il cosmo (con alcune gaffe planetarie tipo il campo di Aushwitz o l'area dove sorgevano le Torri Gemelle) di quei cosetti nipponici e aver spinto così orde e orde di più o meno appassionati ad andare alla loro ricerca per catturarli virtualmente non so bene come.

(A questo proposito su internet si sono sprecate le battute e le vignette in cui senso era più o meno che i Pokemon erano riusciti là dove qualcos’altro che, in teoria, dovrebbe addirittura tirare i carri di buoi ha fallito, cioè nel far uscire di casa una certa categoria di uomini definita "nerd"). Mentre i miei giovani compari cercano di scalfire senza successo la mia corazza di incredulità, ecco che, lupus in fabula, il primo di loro, quello che era arrivato in ritardo, forse per paura che non prendessi per buona la sua scusa, decide di farmi vedere "sul campo" di che cosa stiamo parlando: e sul campo è proprio l'espressione adatta visto che, stando a quanto mi spiega lui, andiamo lì dove virtualmente sorge una sorta di arena per i combattimenti tra pokemon, o un campo di addestramento, non ho ben capito, in cui almeno 50 ragazzini e non solo stanno seduti tutti vicini, tutti retroillumanti dallo schermo dell‘iPhone senza guardarsi "realmente" e senza davvero parlare.

 

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