Dove andavano le corriere, da Voce mensile di giugno

Poca dimestichezza, ormai, con la corriera. Si vedono passare quelle per i percorsi lunghi a poco prezzo. Dove andranno? Vien quasi la tentazione di perdersi in un lungo viaggio. Ho persino fatto l’esperienza del bus americano da New York fino a Boston. Mi sembrava una situazione speciale. Ma l’esperienza più significativa è stata quella da corso Alberto Pio fino a non so dove. Valenti era il nome. Su verso l’Appennino con le sue curve che non perdonano. Ero piccola, ma non abbastanza che andavo da sola. Ricordo la nausea, la vergogna e la paura di vomitare in mezzo alla gente e davanti a un maschietto che aveva attratto la mia attenzione. La stazione delle corriere, allora, non c’era, c’era solo l’antro puzzoso sporco di nero e catrame che dava sulla strada principale e più in là ancora e ancora. Sbuffavano i carrozzoni dal muso piatto e partivano traballando per la pianura padana nostra vicina. Il biglietto si faceva a bordo con il bigliettaio e non c’era nessuno che potesse sfuggire. Modena passando per Ponte Alto. Tornavo in collegio una volta la settimana per non fare la fatica di fare su e giù tutti i giorni.

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