Argini del Secchia: sicuri al momento solo per piccole piene?

CAMPOGALLIANO – Gli argini del Secchia preoccupano gli ambientalisti e non bastano le assicurazioni di Aipo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po e i suoi affluenti, che ha l’onere di curare la manutenzione del corso del fiume, per gettare acqua sul fuoco delle polemiche. “Il fiume – lamenta il Movimento 5 Stelle di Campogalliano – non è in sicurezza nemmeno per le piene di piccola entità” e denuncia la mancanza di progetti per far fronte a sempre possibili piene di grande entità. Aipo ha replicato alle critiche presentando una serie di numeri che hanno il loro peso: 1,4 milioni di euro per la manutenzione ordinaria delle sponde del fiume, 100 milioni per interventi strutturali a seguito dell’alluvione del 2014, oltre 21 milioni per l’adeguamento delle casse d’espansione del Secchia, altri 31,8 per  “opere di adeguamento funzionale e strutturale del sistema arginale del fiume Secchia”, come le definisce Aipo con il suo linguaggio tecnico–burocratico. Due gli stralci dei lavori finanziati con questa ultima somma: il primo riguarda il tratto di monte del Secchia, dal comune di Campogalliano all’attraversamento dell’Alta Velocità in comune di Modena; il secondo intervento concerne il tratto di valle fino al confine con la Provincia di Mantova, ad oggi in corso di esecuzione. L’ultimazione dei lavori è prevista entro il primo semestre 2021. I lavori presso la cassa di espansione del Secchia erano stati annunciati da Aipo nello scorso mese di ottobre ad un incontro al quale avevano partecipato i rappresentanti dei Comuni di Carpi, Novi, Soliera, Cavezzo, Bastiglia e Bomporto dell’associazione ArginiaMo, tutti interessati alla sicurezza del corso del Secchia. In quell’occasione era stato anche promesso che i lavori alle “casse” si sarebbero conclusi nel corso del 2020.