Gran parte del territorio regionale, in montagna ma anche in pianura, a rischio a causa dei cambiamenti ambientali

Emilia Romagna regione ''fragile'' secondo Legambiente

Negli ultimi dieci anni, in Emilia Romagna si sono contati 38 allagamenti da piogge intense e 12 esondazioni fluviali. Parlare di "precipitazioni eccezionali", in questo nuovo quadro climatico ed ambientale, significa non rendersi conto che il mondo sta cambiando rapidamente e che le risposte da dare debbono fare altrettanto. E' questa, in somma sintesi, la posizione espressa nuovamente (non è la prima volta) da Lemabiente Emilia Romagna, all'indomani del nuovo evento calamitoso che ha colpito gran parte del territorio regionale mettendo in allarme (dopo solo un paio di giorni di pioggia intensa) anche la nostra provincia.

 

"Piove sul bagnato in Emilia-Romagna - afferma legambinete -: i danni causati dall’evento meteorologico estremo che si è verificato negli ultimi giorni, con picchi di pioggia oltre i 200mm in 24 ore, mostrano ancora una volta la vulnerabilità del nostro territorio agli effetti del cambiamento climatico. La Regione Emili Romagna ha chiesto lo stato di emergenza nazionale, ma allo stesso tempo perde tempo sulle misure di adattamento alla crisi climatica, rischiando di precipitare in uno stato di allerta perenne.

Secondo l'associazione ambinetalista regionale, tra gli altri provvedimenti, occorre introdurre al più presto una serie di misure: consumo di suolo zero netto ad effetto immediato e mappatura delle zone per la sua desigillazione: il suolo è il più grande alleato nell’adattamento alla crisi climatica, grazie al suo effetto drenante delle piogge. L’Emilia-Romagna, terza regione in Italia per consumo di suolo, è nettamente in ritardo nel contrasto all’avanzata del cemento; "rinaturazione" dei corsi fluviali e creazione casse di espansione: le esondazioni degli scorsi giorni mostrano l’inefficacia delle opere rigide e dell’artificializzazione dei corsi d’acqua. Di fronte a precipitazioni sempre più intense, è fondamentale ridare spazio ai fiumi, ampliando gli spazi esondabili per favorire la laminazione naturale delle piene, evitando gli allagamenti in contesto urbano; uscita dalle fonti fossili: oltre ai piani di adattamento è vitale puntare al 100% di energia rinnovabile, come previsto dallo stesso Piano per il Lavoro e il Clima della Regione.