Carpi sui giornali. Commercialista indagato per truffa con altri sei. Un incendio in via Tiraboschi

Chi si nasconde dietro le misteriose iniziali F.C., il commercialista quarantenne di Carpi implicato nell'indagine della Guardia di Finanza battezzata British Fog che apre oggi la Gazzetta e si prende il servizio di spalla del Carlino? Nelle nebbie inglesi che danno il nome all'operazione delle Fiamme Gialle sarebbero immersi, oltre al professionista carpigiano, la mente modenese della macchinazione, E.M., e altri quattro, due di Castelfranco, uno di Campogalliano e uno di Riccione. Per tutti le ipotesi di reato comprendono l'associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, la frode fiscale, l'autoriciclaggio, la frode fiscale e l'appropriazione indebita. Di che cosa si tratta? In sintesi, i sei indagati avrebbero dato vita a consorzi di imprese – che non sapevano di farne parte – per intercettare contributi statali e regionali per progetti e operazioni industriali inesistenti, ma ugualmente rendicontate con fatture false. I consorzi erano due, avevano sede a Carpi e operavano tra Carpi e la Gran Bretagna per la diffusione sui mercati internazionali di servizi e prodotti delle aziende consorziate a loro insaputa e per sostenerne la presenza sui mercati esteri. Il tutto documentato con false fatture per giustificare la richiesta di stanziamenti pubblici. Il primo provvedimento degli inquirenti è stato il sequestro di beni mobili e immobili per 1,3 milioni di euro.

 

 

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