Carpi sui giornali. Porta Pia: anniversario annacquato. Si vota per il referendum. Il rammarico di Leo Goldoni. Calzolari sposa.

Centocinquant'anni fa, il 20 settembre 1870, la breccia di porta Pia, la presa di Roma e la fine del potere temporale dei papi. Il tono minore delle celebrazioni, pressoché inesistenti nella stessa Roma rispetto a quanto avvenne nel 1970 con il centenario, si spiega anche con la perdita di quell'alone di reazione anticlericale che ha sempre circondato la ricorrenza. Non lo giustificherebbe, del resto, la Chiesa “francescana” di papa Bergoglio, impegnata com'è sui fronti della povertà e dell'accoglienza e nel duro contrasto alle ricorrenti tentazioni curiali e conservatrici che covano al suo interno. Spogliata, dunque, della sua valenza anticlericale sottesa alla deposizione di una corona d'alloro sotto la lapide commemorativa del Torrione degli Spagnoli cui hanno provveduto per anni gli esponenti del "libero pensiero” di Carpi, alla breccia di Porta Pia resta solo la valenza di episodio fondamentale del Risorgimento e della costruzione dell'Unità: eventi, questi, dei quali notoriamente interessa molto poco agli Italiani.

 

E' anche il giorno del referendum, per il quale si annuncia lo spostamento delle due sezioni elettorali 3 e 62, ospitate alla tenente Marchi e al Carpine, rispettivamente alla media Pio di viale Fassi e alla primaria Pascoli di via Berengario.

 

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