La commemorazione delle 67 vittime della strage nazista del 1944

Von der Leyen: “L’eccidio di Fossoli è una grande colpa del mio Paese”

Alla cerimonia all'ex campo, oltre alla Presidente della Commissione Europea, ha preso parte il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli

La presenza delle due maggiori cariche europee, i Presidenti del Parlamento Europeo David Sassoli e della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ha reso la commemorazione del 77esimo anniversario dell’eccidio nazista di Cibeno un evento di portata internazionale. Un segnale che l’Europa non dimentica.

La cerimonia si è svolta nell'ex-campo di concentramento di Fossoli, alla presenza, oltre due Presidenti d’Europa, del sindaco di Carpi Alberto Bellelli, che ha fatto gli onori di casa insieme al presidente della Fondazione Fossoli Pierluigi Castagnetti, del presidente della Regione Stefano Bonaccini e del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in rappresentanza del Governo. Tra gli invitati nel pubblico, anche Romano Prodi, predecessore della von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea nel mandato 1999-2004 e, come ogni anno, i parenti delle 67 vittime, tutte italiane e provenienti da varie regioni.

Il 12 luglio 1944, 67 internati politici, prelevati dal Campo di concentramento di Fossoli, furono trucidati dalle SS naziste all'interno del vicino poligono di tiro di Cibeno. Le vittime della strage provenivano da 27 province italiane, avevano diversa estrazione sociale e rappresentavano le varie anime antifasciste dell'epoca.Molti dei compagni di prigionia riferiranno nelle testimonianze e deposizioni successive che si trattava dei “migliori”; migliori perché anche all’interno del campo, dopo aver subito la durezza del carcere e pur vivendo nella costante incertezza della loro sorte, molti di loro non avevano ceduto e, anche in quelle condizioni difficili, continuavano il loro lavoro di resistenza.
 

La commemorazione è iniziata con la deposizione delle corone da parte dei presidenti Ursula von der Leyen e David Sassoli. A seguire, un breve rito religioso con il vescovo di Carpi Erio Castellucci che ha letto un passo del vangelo di Luca e del rabbino capo di Modena e Reggio che ha letto invece un passaggio dei Salmi.

Il sindaco Bellelli ha ricordato i nomi di tutte le 67 vittime dell’eccidio di Cibeno: “Furono eliminate 67 voci. 67 speranze. 67 persone che sarebbero state l’anima di un Paese un giorno libero. 67 storie e 67 culture diverse. 67 cittadini europei. Ogni nome è una ferita. Fare memoria attiva con opere e azioni quotidiane è un dovere”. 

La parola è passata a un emozionato Pierluigi Castagnetti che, margine del suo accorato intervento, ha dichiarato: “L’olocausto è stata una tragedia europea, ma anche se i lager non esistono più, oggi è il Mar Mediterraneo a essere un immenso lager in cui muoiono centinaia e centinaia di profughi, cadaveri che si inabissano verso i fondali più profondi del mare. Ieri non si sapeva, oggi si vede e si sa. Che non venga mai il giorno in cui nuove generazioni di cittadini europei ci chiedano conto di quanto succede di questi tempi”.

Bonaccini ha poi ribadito l'inviolabilità della democrazia, dei diritti umani e del rispetto della persona, senza che alcuna distinzione sia possibile. “Per tutti noi – ha affermato il Presidente della Regione – essere qui riuniti nel ricordo di quanto successo è certo un onore, ma prima ancora rappresenta il dovere del fare memoria. Perché se viviamo in una Repubblica democratica lo dobbiamo anche a questi martiri, a tutti coloro che hanno avuto la forza e il coraggio di essere partigiano e partigiana, cioè di stare dalla parte giusta. Coloro che sono morti dando a noi il bene della libertà. Senza memoria non c’è progresso. La storia deve essere patrimonio dei nostri figli e delle generazioni future, affinché possano essere le donne e gli uomini ‘migliori’ di domani, con il coraggio di difendere sempre la democrazia, la giustizia, la pace”.
 

Nel suo intervento Ursula von der Leyen ha sottolineato l’importanza della memoria e ha ammesso le colpe della “sua” Germania. “Oggi commemoriamo il coraggio dei vostri genitori, dei vostri nonni, partigiani e dissidenti di cui ricordiamo l’amore per la libertà. La loro resistenza ha contribuito a salvare l’Italia, l’Europa, incluso il mio Paese, la Germania. E’ stato un soldato tedesco a ordinare di uccidere i vostri genitori e i vostri nonni; questa è una grande colpa del nostro Paese, un crimine che dobbiamo riconoscere e ricordare: Fascismo e Nazismo hanno portato soltanto orrore. Io so di dovere la mia stessa libertà a persone come i vostri genitori e i vostri nonni. Oggi voglio rendere onore alla memoria di tutti coloro che hanno contribuito alla nostra liberazione. Non possiamo tollerare ogni sorta di discriminazione se vogliamo restare fedeli ai valori dei vostri nonni dobbiamo assicurare che la dignità umana, la libertà e l’uguaglianza siano veri per tutti. Questa è la promessa dell’Europa tenere alta la guardia affinché non succeda mai più”. La presidente della Commissione Europea ha citato l’impresa dell’artista italo-tedesca Diana Pacelli che qualche settimana fa ha percorso 900 chilometri a piedi da Buchenwald a Fossoli (leggi qui). “Lungo tutto il percorso ha indossato una maschera con gli occhi chiusi – ha affermato la Presidente –: dobbiamo guardare il nostro passato dritto negli occhi se vogliamo plasmare un futuro sicuro in Europa. Lo dobbiamo ai nostri nonni e ai nostri genitori, ma anche ai nostri figli”. E poi ha concluso, in italiano, con “Grazie e viva l’Europa”.

A concludere la cerimonia, il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli. "Le nostre istituzioni sentono la responsabilità di non dimenticare – ha esordito –. La nostra Europa nasce dal punto di dolore più alto della nostra storia contemporanea. A quei tempi le società non hanno percepito il pericolo del nazismo e del fascismo. Può accadere ancora, per questo dobbiamo sentire l’impegno per una lucida coscienza storica, per rendere testimonianza agli eventi che sono accaduti, impedendo negazionismi e amnesie. La nostra coscienza deve essere vigile, capace di opporsi a ogni inizio di sistema del male. Non possiamo permetterci si sottovalutare le manifestazioni di odio e violenza in Europa: i diritti di ogni persona sono i diritti di tutti. E' necessario che il dibattito sulla ripresa delle nostre economie vada di pari passo con la difesa dello stato di diritto dei nostri valori fondamentali, delle libertà dei nostri cittadini. L'Europa – ha aggiunto – deve darsi il compito di creare un nuovo Umanesimo europeo".

Prima di lasciare Carpi, Sassoli e von der Leyen hanno fatto visita al Museo del Deportato, nel Palazzo dei Pio.