Tornerà a giugno dopo il ''salto'' del 2019

Concentrico continuerà a liberare il teatro

Sessantamila presenze di pubblico, 120 spettacoli, 60 compagnie teatrali nazionali e internazionali, 300 artisti coinvolti, 10 prime nazionali: sono i numeri che Concentrico – Festival di Teatro all’Aperto ha totalizzato dalla sua nascita, nel 2015, nel corso di quattro edizioni. Da allora il successo della manifestazione, che vuole liberare il teatro dalle sue pareti, non ha fatto che crescere sia qualitativamente sia in termini di ricaduta sul territorio. Proprio per questo nel 2019, quando era data per certa, la mancata effettuazione aveva scosso il pubblico, tanto da dare il via a una raccolta firme. Ma invano. «Un intoppo può capitare. Avremmo preferito di no, ma l’importante è ripartire», af- fermano Maddalena Caliumi Andrea Rostovi, rispettiva- mente presidente e socio fondatore dell’associazione Appenappena, organizzatrice della manifestazione (nella foto, i componenti). La quinta edizione di Concentrico – Festival di Teatro all’Aperto si svolge- rà nella seconda settimana di giugno e punterà a replicare, se non a migliorare, il successo degli anni scorsi. La proposta per il 2020 amplia la durata da cinque giorni a una settimana ricca di spettacoli e performance itineranti, incontri con gli artisti (Concentrico Off), laboratori teatrali (Cantiere Concentrico) e alcune novità, quali una maggiore attenzione al Te- atro Ragazzi e l’avvio di nuove produzioni firmate Concentrico Factory per portare in tournée il nome del Festival e di Carpi. Fondamentale, oltre al sostegno di Amministrazione, Fondazione Crc, Regione e Terre d’Argine, da quest’anno anche il sostegno dei privati. Si tratta del Concentrico Hub che coinvolgerà le aziende del territorio con un duplice obiettivo: metterle in contatto tra loro, ma anche con ambasciatori e consoli che, come nella sperimentazione fatta nel 2018, accompagneranno a Carpi le compagnie teatrali provenienti dai rispettivi paesi. «La cultura – spiega Rostovi – può avere ricadute positive sul territorio, portandogli beneficio e rivelandosi un mezzo per fare economia: per questo crediamo debba essere sostenuta an- che dagli stessi protagonisti del territorio in questione, che diventano un ingranaggio del meccanismo. Il nostro obiettivo è anche quello di rendere la manifestazione indipendente dal punto di vista economi- co. Qualche politico carpigiano una volta disse che “l’investimento di un euro in cultura ne deve riportare tre sul territorio”: noi lavoriamo in questa direzione». C’è da aspettarsi molto da questa edizione che, come le precedenti, non ha un tema, ma un tempo, quello della contemporaneità con i suoi messaggi sociali e ambientali. «Questa è la nostra urgenza – concludono Caliumi e Rostovi –, parlare alla sensibilità del pubblico».   

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