Conferenza di fine anno - 1: la ''sesta Carpi'' di Alberto Bellelli

Se la forma è anche un po' sostanza (panettone fresco, spumante in bicchieri di vetro serviti dal Portavoce, anziché la stria avvizzita e le bibite gassate dello scorso anno) c'è da augurarsi che prenda sostanza per davvero la “sesta Carpi” illustrata questa mattina dal Sindaco, attorniato dai suoi Assessori nella tradizionale conferenza stampa di fine anno. "Sesta Carpi”, vien da chiamarla, dopo quelle elencate dallo stesso Alberto Bellelli come altrettante scansioni del proprio mandato. segue

La prima: la città dei buoni propositi e dell'ottimismo iniziali con una Giunta radicalmente rinnovata. La seconda: quella della pandemia con la prima vittima della provincia e il dilagare del contagio. La terza: la città della risposta straordinaria fornita da una comunità rivelatasi "più capace di stare insieme” e di “piegare la curva dei contagi”. La quarta: la Carpi della ripresa economica post pandemica, quando le gru e i cantieri, in centro e in periferia, si moltiplicarono al punto da creare problemi di viabilità. La quinta, che è poi l'attuale: la città investita dalla stagnazione per via della guerra e della crisi di sistema, con l'aumento generalizzato dei costi energetici e delle materie prime e l'urgenza per l'Amministrazione di sostenere la "tenuta sociale” all'insegna del “nessuno sarà lasciato indietro”. E la sesta? La sesta è appunto quella che sarà, la Carpi dei progetti (“Senza i progetti non arrivano neppure i finanziamenti”), dei 38 milioni portati a casa grazie al Pnrr, non campati in aria (“Sono risorse con un preciso scadenziario” e il Comune le integrerà di suo, con mutui, avendo un indebitamento che lo permette), ma che forniranno l'occasione di una crescita complessiva e per modernizzare la città. Il concetto, il Sindaco lo ha riassunto così: “Carpi cessa di essere un paesone e diventa una città”. Alcuni segnali vengono già dall'aumento della popolazione che sfiora i 73 mila residenti e dalla forte attrattività esercitata dalle scuole superiori sui territori limitrofi. I due poli restano il quadrante est, dell'eccellenza (l'università) e quello ovest, dello sviluppo economico (la bretella per Fossoli). In mezzo, tutto quello di cui si è parlato quest'anno: l'ospedale, per il quale si attende l'evolversi della pratica, ma non ci sono ripensamenti; le rotatorie sulla Losi (incroci con via Peruzzi e via Guastalla); i parchi della Cappuccina e dell'oltreferrovia; il Biscione di via Unione Sovietica e la Corte di Fossoli che non saranno solo opere di riqualificazione urbanistica ed edilizia, ma anche di recupero sociale; gli investimenti su Torrione e Castello; quello su corso Roma (“Mi risulta che prima ci fossero solo auto in transito e parcheggiate, mentre è bastato aprire sia pure provvisoriamente il cantiere per vederci della gente che lo vive come una piazza”); la nuova palestra multifunzione; le grandi rassegne e gli eventi culturali. E la Ztl? Si andrà avanti “riportando la proposta alle sue dimensioni reali” (qualunque cosa questo significhi) e incontrando tutte le parti più direttamente interessate.

Una città che attrae, insomma, è la “sesta Carpi” tratteggiata da Bellelli, che si stacca dall'idea del “paesone” (seconda citazione) ma la cui complessità sociale richiede anche adeguati presidi, a partire dal rafforzamento del Commissariato di Ps. Ha concluso, il Sindaco, anticipando la notizia della prossima inaugurazione della scuola Gasparotto, dopo i lavori per la sua sopraelevazione. E' un'opera, ha ammesso, che avrebbe voluto inaugurare già nel 2019 o 2020. Dopo le note vicissitudini legate al fallimento e al contenzioso con la ditta appaltatrice, la vicenda della Gasparotto rappresenta tutto quello che non funziona nel sistema dei lavori pubblici che a volte innalza “muri di gomma altissimi e invalicabili” davanti alla buona volontà degli amministratori. Si spera che non accada lo stesso alla “sesta Carpi” di Alberto Bellelli.