Consiglio - 1: dalla variazione di bilancio una palestra modello Hack nell'area della vecchia piscina. E non è il palazzetto

L'affare grosso si nascondeva dietro un anonimo punto all'ordine del giorno del Consiglio di ieri sera: “Variazione al Bilancio di previsione 2022-2024 e relativi allegati”. Vai a immaginare che l'assessore Mariella Lugli tirasse fuori dal cilindro, oltre ad altre due che diremo, una variazione da 3,7 milioni di euro per la realizzazione di una palestra multifunzione sull'area di sedime della ex piscina. Se non è il palazzetto dello sport, molto gli somiglia, almeno per la localizzazione. L'assessore Lugli ha voluto però essere molto precisa, al riguardo: non si tratta di questo, ma per le caratteristiche dell'impianto, chiedere all'assessore Marco Truzzi, lei si è limitata a trovare le risorse. Come abbia fatto lo ha spiegato al Consiglio. A fine marzo è comparso un bando del Pnrr, legato all'inclusione e alla coesione sociale, che apriva a manifestazioni di interesse per la realizzazione di nuovi impianti sportivi indoor capaci di ospitare almeno tre discipline, da realizzare su aree di rigenerazione urbana e con finanziamento massimo di 2,5 milioni di euro. I tempi erano stretti: la manifestazione di interesse doveva essere presentata entro il 22 aprile. Gli uffici comunali si sono messi subito al lavoro, la manifestazione è stata presentata in tempo, e l'8 luglio la Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha la delega per Sport e Salute, l'ha pubblicata fra quelle ammesse al finanziamento, purché entro il 30 luglio prossimo il Comune confermasse l'impegno ad affidare i lavori entro il 31 marzo 2023. Da qui l'urgenza di approvare la variazione, perché l'opera presentata presuppone anche un investimento integrativo di 1,2 milioni da parte del Comune, da reperire con un mutuo.

A questo punto, la curiosità si concentra tutta sulle caratteristiche di questo impianto che, come ha precisato da Mariella Lugli, non è il palazzetto dello sport: «Sarà una struttura sul modello della palestra della scuola Margherita Hack – precisa infatti l'assessore Truzzi – con capienza di 5/600 spettatori da ospitare su tribune retraibili che consentono le creazione di due campi da gioco»

Ma questa decisione come si concilia, assessore Truzzi, con tutti i discorsi fatti finora sulla destinazione dell'area ex piscina a sede del futuro palasport di Carpi?

«C'è da fare una premessa. A Carpi abbiamo la necessità di una dotazione incrementale di spazi indoor per attività sportive, proprio grazie alla straordinaria presenza di società che operano nel settore. Al punto che ogni anno, ad agosto, dobbiamo fare parecchi sforzi per conciliare domanda e offerta di spazi, ricorrendo a riduzioni di turni o accorciando i tempi di utilizzo per farci stare tutti. Tant'è che uno dei punti contenuti nell'accordo programmatico con la Fondazione Cassa di Risparmio era proprio la realizzazione di un palazzetto: tuttora un punto fermo...»

E poi, che cosa è accaduto?

«Si è presentata l'opportunità di questo bando che permette la realizzazione di una nuova struttura sportiva che coincide perfettamente con le nostre esigenze e noi l'abbiamo colta al volo. Abbiamo solo presentato una scheda, non siamo ancora neppure alla progettazione di fattibilità tecnica ed economica: ci siamo limitati a pensare a una struttura un po' più grande della palestra della Hack, stimandone i costi intorno ai 3,7 milioni di euro»

Riservata alle sole società sportive?

«Principalmente a loro ma, come accade anche per la palestra della Solidarietà su via dell'Industria, aprendo a eventuali esigenze delle scuole»

Ora però, assessore, che cosa direte alla Fondazione?

«Per il palazzetto non si era fissata un'area precisa. Ora si crea un'opportunità in più, ci siederemo intorno a un tavolo e non sarà difficile reperire una localizzazione alternativa. Mi lasci però aggiungere una considerazione»

Prego...

«Anche questa manifestazione di interesse rivela una straordinaria efficienza produttiva raggiunta degli uffici dei Lavori Pubblici, che sono diventati un'autentica fucina, capace di sfornare progetti per un centinaio di milioni in tre anni. E questo anche grazie agli accordi quadro per i servizi di progettazione che permettono di programmare un plafond per tanti interventi, di metterlo a gara una volta sola e poi, senza ulteriori gare, di deliberare di volta in volta i contratti da attuare che ne discendono. Lo abbiamo fatto per i fabbricati, ne faremo uno anche per le infrastrutture.

 

Molto meno rilevanti, anche se significative, sono le altre due variazioni. Una, da 170 mila euro, altro non è che lo storno della stessa cifra, già stanziata genericamente per l'efficientamento energetico, a favore dell'installazione di un impianto fotovoltaico sulla scuola primaria Leonardo Da Vinci: la si potrebbe spiegare come traduzione nella pratica di una semplice intenzione. La seconda è lo spostamento al 2023, con progettazione entro quest'anno, della realizzazione dell'Archivio comunale: non quello storico, ma l'archivio corrente, che richiederà un investimento di 2,2 milioni