Diocesi di Modena e Carpi fuse? Per il direttore di Notizie e il Vicario reazioni esagerate alle parole del cardinal Zuppi (che ha telefonato)

In un editoriale sull'ultimo numero del settimanale diocesano il direttore Luigi Lamma esprime una certa sorpresa per il clamore mediatico sollevato dalle dichiarazioni del cardinale Matteo Zuppi “...sulla prospettiva di unificazione che nel prossimo futuro dovrà riguardare parrocchie e diocesi in Italia. Il Presidente della Cei, secondo quanto scrive Lamma, avrebbe semplicemente sviluppato un parallelo tra la riforma rappresentata, in ambito civile, dall'istituzione delle “aree metropolitane” e quanto potrebbe avvenire nell'organizzazione ecclesiastica, essendo la situazione di Carpi e Modena confrontabile con molte altre analoghe in tutta la Penisola. Quanto ai “campanilismi”, che secondo il cardinal Zuppi denoterebbero scarsa visione sul futuro, a parere di Lamma “ingigantiscono piccoli problemi rendendoli enormi”. Tanto più, conclude il Direttore di Notizie, che lo stesso vescovo Castellucci ha ribadito che la “temuta” annessione a Modena, a conferma della vitalità della Diocesi di Carpi non c'è stata e le due realtà collaborano sempre più strettamente.

In una intervista rilasciata al Direttore e pubblicata sullo stesso numero del periodico, è poi lo stesso Vicario generale, monsignor Ermenegildo Manicardi, a rivelare che il cardinal Zuppi gli ha comunicato con una telefonata la sua stessa sorpresa per il risalto giornalistico dato alle sue affermazioni, “...estrapolate – sottolinea monsignor Manicardi – dal loro reale contesto e pronunciate anche con un tono scherzoso” (il Vicario allude al termine “bigamia” usato ironicamente dal Presidente della Cei per alludere alla condizione monsignor Castellucci, alla guida di due chiese). Sempre monsignor Manicardi tiene a precisare che la telefonata di Zuppi voleva rassicurare lui e la Diocesi che le sue parole non facevano riferimento ad alcun procedimento ecclesiastico in corso, riferendosi piuttosto a un processo di “metropolizzazione” delle aree urbane che si scontra spesso con “banali miopie campanilistiche”. In questa ottica, spiega sempre il Vicario, la nomina di monsignor Castellucci a Vescovo di Carpi, conferendo alla Diocesi “una stabilità formale assoluta” anche controcorrente rispetto al desiderio diffuso di ridurre il numero dei vescovi in Italia e all'estero, è perfino più tranquillizzante rispetto alla sua precedente condizione di amministratore apostolico.

Dopo di che monsignor Manicardi richiama l'opera di armonizzazione delle due realtà ecclesiastiche di Modena e Carpi, per evitare doppioni, valorizzare le rispettive eccellenze e far interagire “le specifiche tradizioni”.  La fusione non è all'ordine del giorno, insomma: le due identità debbono piuttosto “fecondarsi reciprocamente. E dopo aver accennato alla forza dell'associazionismo cattolico carpigiano e alla centralizzazione modenese della Curia arcivescovile fra i quali occorrerà cercare un equilibrio, il Vicario conclude: “Se Carpi resta Carpi e Modena resta Modena, questo dovrebbe proprio essere possibile”.