Gli Italiani (e non solo) preoccupati dai rincari: un'indagine di Deloitte

In questa fase di ripresa economica post-pandemia che sta caratterizzando il nostro Paese e l’Europa, i consumatori italiani si sentono più sicuri a rientrare in ufficio, andare al ristorante, vedere uno spettacolo dal vivo e viaggiare, ma allo stesso sono preoccupati per l’aumento dei prezzi al consumo e questo potrebbe avere ripercussioni sulle loro capacità di spesa. È questo il quadro fornito dal Deloitte State of the Consumer Tracker, un osservatorio mensile che coinvolge un panel di 22 mila consumatori in 22 Paesi nel mondo. 

Per i consumatori italiani crescono le preoccupazioni economico-finanziarie

Nell’ultimo mese, gli italiani risultano preoccupati soprattutto da tematiche di natura economica, un trend accentuatosi dopo la recente stagione estiva. Infatti, risulta particolarmente alto il timore dell’aumento dei prezzi dei beni di consumo: il 69 per cento teme un rialzo nei prossimi mesi. Si tratta di un timore condiviso dalla maggior parte dei paesi coinvolti nell’analisi, con percentuali anche superiori a quelle dell’Italia: Stati Uniti (72 per cento), Francia (75 per cento), Germania (76 per cento), Spagna (83 per cento). Meno preoccupate del nostro paese parrebbero le economie del nord Europa (Danimarca 42 per cento, Svezia 44 per cento, Norvegia 47 per cento, Svizzera 50 per cento, Olanda 62 per cento) e la Cina (54 per cento) che riportano comunque percentuali elevate. Se guardiamo ai rischi economico/finanziari in Italia, la preoccupazione principale riguarda i propri risparmi (54 per cento contro il 34 per cento a inizio settembre), seguita dall’ipotesi di non poter fare acquisti importanti per lungo tempo (52 per cento contro 39 per cento) e dall’idea di non essere in grado di rispettare i pagamenti e indebitarsi (37 per cento contro 24 per cento). In generale, nell’arco dei mesi passati, il 61 per cento degli italiani ha provato un senso di incertezza costante, un fattore che certamente ha influito sulla propensione al risparmio (il 62 per cento è propenso a risparmiare per il futuro) e influirà anche nei prossimi mesi sulle scelte di consumo. 

Con campagna vaccinale e green pass, gli italiani si sentono più sicuri

La percezione di sicurezza che gli italiani provano nei confronti delle attività quotidiane è cresciuta negli scorsi mesi e rimane stabile anche dopo l’estate, in alcuni casi con percentuali più alte che in altri paesi. In generale, ci si sente sicuri a recarsi in negozio (65 per cento contro 70 per cento), andare al ristorante (64 per cento contro 59 per cento), recarsi al lavoro (54 per cento contro 63 per cento) e interagire con personale di servizio (57 per cento contro 53 per cento). L’aumento più alto, di ben dieci punti percentuali, si è verificato per la percezione di sicurezza legata ad eventi live: il 39 per cento dei consumatori si sente sicuro a recarsi in teatro, al cinema, ai concerti o ad eventi sportivi. Le stesse dinamiche si riscontrano nella media globale, in generale i consumatori in tutto il mondo sono più sicuri nella quotidianità, in particolar modo le attività per le quali si riscontra una crescita maggiore in termini di sicurezza sono la partecipazione ad attività in presenza (44 per cento contro 32 per cento), andare al ristorante (58 per cento contro 50 per cento), soggiornare in hotel (55 per cento contro 49 per cento). Questo rinnovato senso di sicurezza è in linea con il desiderio dei consumatori di ricercare più esperienze dal vivo (59 per cento) rispetto alle esperienze mediate dai digital device, come si è verificato degli ultimi 12 mesi. È alta anche la preferenza a spendere per esperienze (56 per cento) in contrasto con l’acquisto di oggetti fisici (44 per cento). “Il rincaro delle materie prime e del prezzo dell’energia, fenomeni alimentati dalla ripresa dell’economia, condiziona l’aumento dell’inflazione. Così il sentiment e le azioni dei consumatori italiani risentono chiaramente della situazione economica attuale. La percezione dell’aumento dei prezzi è reale e potrebbe impattare notevolmente sui consumi nei prossimi mesi. Gli italiani sono particolarmente preoccupati per le questioni di natura economica e, nonostante il desiderio di riprendere la vita normale ed aumentare la socialità, si evitano i grandi acquisti ed il livello dei risparmi rimane alto. Ci sarà sicuramente una revisione delle priorità che si rifletterà nella vita quotidiana e nella scelta di come e quanto spendere” commenta Andrea Laurenza, Consumer Industry Leader di Deloitte. 

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Gli acquisti online resistono nel post-pandemia

I consumatori italiani, negli ultimi mesi, hanno percepito un generale aumento dei prezzi per diverse categorie di consumo. Secondo il 50 per cento degli intervistati, i prezzi di beni di largo consumo e casalinghi sono aumentati molto (54 per cento secondo la media globale), così come il prezzo di alcolici e tabacco (42 per cento contro 40 per cento di media globale), abbigliamento (42 per cento contro 40 per cento di media globale) e ristoranti (50 per cento contro 46 per cento di media globale). Una percezione corretta, considerato l’aumento dei prezzi delle materie prime a livello globale che influisce direttamente sui prezzi dei beni di consumo. Nell’ultimo anno i consumatori italiani si sono abituati ad acquistare anche online, tuttavia ci sono ancora alcune categorie per le quali si resta saldamente ancorati all’acquisto totalmente in store; stiamo parlando dei beni di largo consumo (71 per cento ), medicine (69 per cento ), mobili ed arredamento (51 per cento) e prodotti ed articoli per la casa (46 per cento). Per l’abbigliamento il 65 per cento acquista prevalentemente in store, il 18 per cento sia online che in-store e il 18 per cento prevalentemente online. Per l’elettronica, il 45 per cento acquista prevalentemente in-store, il 18 per cento sia online che in-store e il 37 per cento prevalentemente online. Infine, oltre all’acquisto di beni di largo consumo, casalinghi, prodotti di personal care ed alcune attività essenziali (utilities, trasporti), nelle prossime quattro settimane le spese degli italiani saranno concentrate su alcune attività meno discrezionali, soprattutto legate al mondo dei piaceri e delle comodità: il 92 per cento spenderà per abbonamenti telefonici e servizi di streaming, l’85 per cento per ristoranti, il 78 per cento per attività ricreative ed intrattenimento, il 75 per cento per abbigliamento e calzature, il 43 per cento per viaggi di piacere. Anche a livello global si registra la tendenza a spendere per ristoranti (77 per cento ), attività ricreative (66 per cento) e piaceri e viaggi (54 per cento), con medie più basse rispetto al nostro a Paese (solo per i viaggi nel mondo si è disposti a spendere di più). In generale, i consumatori degli altri paesi mostrano una tendenza più spiccata al risparmio: il 75 per cento di media globale dichiara che nel prossimo mese sarà più propenso a risparmiare e investire, a differenza dei consumatori italiani per i quali solo uno su due dedicherà buona parte del proprio budget al risparmio.

 

Mobilità: gli italiani rimandano l’acquisto di una nuova auto 

In linea con l'aumento dell'intenzione di rimandare acquisti importanti, aumenta anche la volontà degli italiani di tenere l'attuale veicolo più a lungo di quanto preventivato: il 46 per cento non è intenzionato a comprare un nuovo mezzo nei prossimi 6 mesi (a livello global la percentuale sale al 73 per cento). Il mezzo di trasporto personale risulta essere il preferito dai consumatori, il 71 per cento dichiara di volere continuare ad utilizzare l’auto con la stessa frequenza di oggi, a discapito dell’uso dei mezzi pubblici (il 45 per cento dichiara di non utilizzarli in questo periodo). Sicuramente anche il tema del remote working ha impattato sulla frequenza di utilizzo dei mezzi condivisi, solo il 5 per cento li usa quotidianamente, mentre il 27 per cento qualche volta a settimana.

Viaggi: calo dopo l’estate ma riprende il settore del business travel

Infine, guardando al settore viaggi, in generale si risente della fine delle vacanze estive. I consumatori risultano meno propensi a viaggiare nelle prossime 4 settimane. Solo il treno presenta un aumento, dovuto probabilmente alla preferenza per escursioni in giornata o verso mete più vicine che comportano una spesa inferiore. A livello global, rispetto a settembre, cresce invece la propensione a soggiornare in albergo, così come si è più portati al noleggio auto. I consumatori italiani, per i prossimi viaggi indicano una certa preferenza per destinazioni vicino a casa (54 per cento), che siano pianificabili last minute (42 per cento) e che consentano il distanziamento sociale (38 per cento).  Tuttavia, i viaggi non riguardano solo i piaceri, ma anche il settore business che sta vivendo una certa ripresa: il 51 per cento dei consumatori ha dichiarato che con molta probabilità intraprenderà un viaggio di lavoro (con pernottamento) nei prossimi tre mesi. Le motivazioni principali sono per partecipare a fiere/congressi (23 per cento) o per lavorare con il cliente (23 per cento).