In Sala Loria non solo la protesta per la Ztl, ma anche l'insoddisfazione per le condizioni del centro

Amico mio, veniva da dire al settantenne carpigiano doc, nativo di via Menotti nel '53 che, mostrando e distribuendo foto, rivendicava quant'era bella la Carpi di una volta con le auto in piazza Martiri, i tavolini sparsi sul rialzato, la gente che si conosceva tutta e che si capiva al volo in dialetto: è facile abbellire un ricordo quando si sovrappone ai migliori anni della nostra vita, che in genere stanno fra i venti e i quaranta. Per dire che ieri sera, alla tesa assemblea – forse la quinta, di sicuro la più affollata e partecipata – convocata in sala Loria sull'estensione della Ztl aleggiavano anche di questi umori, difficili da controbattere perché non si discute con le sensazioni, i ricordi, gli stati d'animo, il clima morale depresso. Nella discussione sulla riforma della viabilità e della sosta che scalda queste già torride giornate di inizio estate si è insomma intrufolata una profonda, radicata, in qualche caso astiosa insoddisfazione per lo stato complessivo del centro, per la sua scarsa attrattività, per la manutenzione distratta, per la scarsa pulizia, per i comportamenti di certi gruppi di teen ager, per gli immigrati accoccolati sui gradini, sui cordoli e sui new jersey, per la gente strana che circola e intimidisce qualche commerciante, per i monopattini e le biciclette che sfrecciano sotto i portici, per la piazza deserta e il Caffè del Teatro che non riesce a riaprire...

 

E' un umore pesante del quale sarebbe troppo lungo cercare di capire l'origine. Ieri sera è stato però in grado di mettere perfino in secondo piano le obiezioni e le repliche sulla riforma di viabilità e sosta, ravvivata poche ore prima dalla camminata simbolica che aveva portato una ventina di commercianti a dimostrare sul terreno l'impraticabilità di uno degli assunti principali del piano: la percorribilità in un quarto d'ora (a quanto pare, serve quasi il doppio) del tratto che divide la piazza dal piazzale della piscina. E' il luogo individuato come fondamentale parcheggio di assestamento non tanto per i Carpigiani, ha tenuto a sottolineare l'assessore Marco Truzzi, vittima sacrificale di questa sequenza assembleare, ma più determinato che mai, come si è visto dalla videoconferenza su facebook di questa mattina. Lo sarà soprattutto, ha precisato, per coloro che, venendo a Carpi, sbrigherebbero il problema della sosta, perdendovi solo i cinque minuti del trasloco in centro con la navetta, anziché il tempo speso a cercare, inquinando, una piazzola più vicina possibile al centro. Che peraltro continueranno a esistere, libere in piazzale Baracchi, al meccano e in viale Nicolò Biondo; a pagamento con tariffa bassa nella corona dei viali, ma con deroghe per chi lavora in centro; a pagamento con tariffa alta all'interno della stessa corona; entro la Ztl per i residenti.


 

Ma è la ragione di fondo della scelta di espandere la Ztl che continua a sfuggire soprattutto a commercianti e residenti uniti nella lotta. Fino a che l'Amministrazione l'ha legata al contenimento delle emissioni inquinanti, c'era una condivisione di principio della filosofia green che diventava subito disaccordo nell'attuazione pratica, perché, si diceva, per ripulire l'aria serve a poco limitare la circolazione delle auto in centro. Ma dopo che il Comune ha cominciato a far prevalere l'argomento della Ztl come di uno strumento per valorizzare spazi e luoghi del centro rendendoli più vivibili e attrattivi anche per investimenti privati, invertendo la gerarchia tra uso automobilistico e pedonale, ecco che le spiegazioni si sono fatte più difficili. Al punto che l'Amministrazione può ritenere che con quelle misure il centro possa tornare ad attrarre investimenti e rilanciarsi, proprio mentre gli esercenti di attività vi intravedono invece il colpo di grazia a quel che resta della rete al dettaglio. Solo avendo il coraggio di metterle in pratica, quelle misure, e accettando di correre il rischio, si capirà chi avrà avuto ragione: perché si è già visto dove porta, invece, il non far nulla e mantenere le cose come stanno.