Manifestazione antifascista in piazza. Riaperture: ristoratori contenti a metà

Una sola notizia, praticamente, oggi sulle pagine carpigiane della Gazzetta (da cui è tratta la foto) e del Carlino: la manifestazione in piazza Martiri a sostegno dei 26 imputati a processo per aver inscenato, il 4 agosto 2017, in via Marx, una manifestazione non autorizzata contro quella, autorizzata invece dalla Questura, di Forza Nuova convenuta in città con numerosi attivisti per opporsi all'arrivo di alcune decine di profughi stranieri. La protesta di alcuni militanti antifascisti che si erano staccati dal presidio indetto di fronte al Municipio per gridare la loro opposizione a Forza Nuova, secondo l'accusa si era trasformata in vera e propria manifestazione, avendo molti di loro intonato Bella Ciao: il che sarebbe equiparabile a un comizio. Dunque, la questione è diventata "non si può cantare Bella Ciao in piazza”. Da qui l'iniziativa di ieri pomeriggio, che ha visto l'adesione di Rifondazione comunista, Potere al Popolo, Articolo Uno, Cgil, Si Cobas alla quale, stando ai resoconti giornalistici, avrebbero preso parte circa 200 persone per richiamare il principio ribadito anche da una sentenza della Corte costituzionale, ha ricordato il penalista Federico Sinicato, secondo il quale il divieto al fascismo di entrare nelle piazze deve prevalere anche sul diritto di critica e di pensiero. “Non si dà la piazza ai fascisti”, riportano sempre le cronache, è stato l'appello lanciato dal nipote di Alcide Cervi, presente all'iniziativa, mentre uno striscione dei militanti di Potere al Popolo recava la scritta “L'antifascismo non si processa. Contro il governo Pd-Draghi-Lega”. L'udienza è fissata al 23 aprile: gli imputati rischiano 15 giorni di arresto, commutati in 1.125 euro di sanzione.

 

 

 

Dalle pagine provinciali dei due quotidiani emergono soprattutto le pressioni della destra affinché il coprifuoco venga spostato dalle 22 alle 24, così da dare la possibilità ai ristoranti di funzionare anche per le cene, mentre proprio i ristoratori esprimono anche in prima persona la loro delusione per questo limite che limita il loro raggio d'azione, insieme all'obbligo di usare solo spazi all'aperto.