Righi è il nuovo Sindaco di Carpi. Una prima analisi dei flussi elettorali e le ragioni di una vittoria

Ha vinto Riccardo Righi, nuovo Sindaco di Carpi con una massiccia maggioranza di coalizione che infligge un distacco di più di 16 punti alla coalizione rivale, pur accreditata di suo, dalle parti almeno di Fratelli d'Italia, di uno straordinario balzo in avanti verso un 21,12 per cento del solo partito, che si eleva al 32 come coalizione. Da queste parti, quella che è venuta a mancare è la Lega, ferma a uno sparuto 3,68 che non ha portato benefici alla coalizione e superata da Forza Italia, che peraltro aggiusta solo di mezzo punto percentuale il proprio risultato del 2019. L'onda salviniana di quell'anno, che portò per la prima volta Carpi a un ballottaggio per la scelta del Sindaco è ormai un ricordo sbiadito, anche se il tempo è quello di Meloni, alla quale ha dato linfa e sangue, e della destra arrembante in tutta Europa. Ma a proposito di travasi, è evidente il dissanguamento dei Cinque Stelle un po' a beneficio del Pd che guadagna sei punti e un po' forse verso l'astensione. Ma è proprio in quello che avrebbe dovuto essere il sostituto del M5S, con la sua esponente più in vista, Monica Medici, in campo insieme a Carpi Futura, che si registra uno dei dati più sorprendenti. Un'autentica voragine che ha divorato 16 punti in percentuale se si considera che l'alleanza con Carpi Futura, che aritmeticamente sommava, nel 2019, poco meno di 25 punti percentuali, è scesa all'8,16 per cento: un po' troppo per pensare che sia stato solo il Pd beneficiario dell'abbandono della barca civica di centro da parte di tanti elettori. Il sospetto è piuttosto che , soprattutto dalle parti di Carpi Futura, la fuga sia stata piuttosto verso la lista Carpi a Colori, quella intestata al candidato Righi, che da sola totalizza un 8,78 per cento che ne fa il terzo partito di Carpi, superiore ai civici. E anche ad Avs che a livello nazionale è stata la grande rivelazione, anche se a Carpi ha migliorato solo di un po' (5,01 per cento) il risultato accorpato nel 2019 tra Verdi e Sinistra per Carpi (4,9 per cento). Il motivo del successo di Righi si deve a molteplici fattori. Intanto, una campagna efficace, diretta, molto di sacrificio. In secondo luogo, l'aver svuotato con i propri candidati, molti giovani, molti di area cattolica, il brodo di coltura di Carpi Futura, innalzando la bandiera della novità molto più credibile del troppo generico appello a cambiare storia innalzato da Annalisa Arletti, quanto meno perché supportato da una conoscenza e da un'esperienza amministrativa consolidate. E poi c'è da tenere in conto la mobilitazione degna degli antichi tempi del Pd che, risvegliato forse dalle primarie e, soprattutto, dal clima imperante nel resto del Paese e in Europa, si è eretto compatto a difesa di quella che i rivali hanno chiamato "egemonia”, “dittatura”, “cappa”, ma che altro non è se non una solida tradizione amministrativa, piena di errori, a volte, con numerosi limiti culturali, ma onesta e quanto meno diretta all'interesse generale. Qualcuno ha scritto che difficilmente si potrebbe trovare un politico che ci abbia messo tanto cuore come Alberto Bellelli: è vero, come è vero che di quella tradizione amministrativa è stato, fra cose ben fatte e altre meno riuscite, un perfetto interprete.