Russia: paura da virus e da economia
di Gian Luca Nicolini
La situazione qui si sta portando a un discreto livello di pericolosità. Si sta preparando in fretta un ospedale alle porte di Mosca che sarà pronto presto, oltre all’ospedale 40 dedicato da sempre alle malattie infettive. Si iniziano a registrare il raddoppio dei casi ogni giorno, e il dottor Prozhenko, capo dell’ospedale, spesso avverte che potrebbe accadere come in Italia, e che se succede questo o le cose andranno come in Spagna, se ne uscirà a settembre, se tutto va bene. Nel frattempo frontiere chiuse, un volo al giorno per le capitali europee e tutte le attività produttive ferme dal 30 marzo al 5 aprile, ovviamente remunerate e chi approfitterà della situazione per licenziare o chiudere aziende dovrà passare sotto le attenzioni dei ministeri della Giustizia e delle Finanze. Saranno aumentate le sussistenze ai redditi più bassi e bloccato con una tassa del 15 per cento coloro che esporteranno capitali all’estero (oltre che essere poi controllati dai servizi appositi) senza distinzione alcuna. Viene rinviato il referendum costituzionale del prossimo 22 aprile, e circola voce che i ristoranti, attualmente molto penalizzati dalla scarsa affluenza di pubblico, potranno chiudere come già accade da noi in Italia. La preoccupazione è notevole, anche per il crollo del petrolio e della guerra con l’Arabia. L’euro sempre più forte (soprattutto il dollaro), porta molta preoccupazione per coloro che hanno contratti fatti al cambio di due o tre o di 6 mesi fa, con un aumento del 20 per cento, sicché ci saranno lunghe trattative con le aziende, e la produzione locale aumenterà. Anche qui l’automotive inizia a risentire della mancanza di approvvigionamento dall’Europa e sopratutto dalla Cina e prevedono un grosso calo nelle vendite di auto e nelle riparazioni delle stesse. Agli Italiani è stato detto di non partire e di rimanere qui a Mosca, possibilmente a casa, almeno fino al 4 aprile. Non è facile ma prima o poi finirà anche questa esperienza.