Scontro sindacati-ministro Bianchi sui numeri del Covid nelle scuole: 1 - situazione delle superiori a Carpi

Sono toni molto duri, quelli usati in questi giorni dalla Cgil regionale nei confronti del ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, a proposito dei dati delle scuole assediate dal Covid. “Narrazione fiabesca e surreale” è quella del Ministro, secondo il maggior sindacato italiano che parla invece di una scuola in ginocchio, abbandonata a se stessa, gravata da “norme introdotte che sono impossibili da attuare, offesa nel suo ruolo principalmente educativo, mortificata dal punti di vista professionale”. Il comunicato della Cgil riferisce anche alcuni dati che si riferiscono alla regione che, al 16 gennaio, registrerebbero 13 mila contagi fra gli studenti, quasi 400 tra il personale docente con l'effetto di un migliaio di classi in Dad. Sulle cifre concorda anche la Cisl regionale che a propria volta riferisce di “uno scenario inaspettato  che rende veramente complicato mantenere la scuola in presenza”, mentre sottolinea che “...spiace vedere che l'istituzione di riferimento, il Ministero dell'Istruzione, non proferisca parola su questa situazione e non risponda a richieste e sollecitazioni che vengono continuamente poste dal personale scolastico”.

Spinti da queste valutazioni, abbiamo intrapreso un viaggio nelle scuole cittadine allo scopo di verificare la fondatezza o meno di queste prese di posizione. Dedichiamo una prima carrellata di pareri alle scuole superiori. i cui dirigenti, quelli che siamo riusciti a rintracciare, dipingono la situazione a tinte meno forti. La Preside del liceo scientifico, Alda Barbi, per esempio, non esita a dichiararsi dalla parte del Ministro, almeno dall'angolo di visuale del suo istituto: «In una scuola di 1.900 alunni e 78 classi – spiega – non mi pare allarmante il dato di tre classi in Dad, avendo avuto tre alunni contagiati e altre due o tre nelle quali, per effetto dei due contagi, la didattica si svolge in parte in presenza e in parte a distanza. Le stesse proporzioni, tutto sommato limitate, si registrano fra il personale docente e quello Ata. Dal Meucci, il preside Luigi Vaccari: «A oggi registriamo 21 classi in presenza al cento per cento, cinque in Dad perché vi sono stati tre casi di contagio, quattro in Didattica digitale integrata, vale a dire con un gruppo di alunni in classe e uno a distanza a causa di due contagi, mentre in 18 classi c'è almeno un alunno collegato a distanza. La situazione, tuttavia, si evolve giorno per giorno». I numeri non sono eclatanti, ma il Preside, in questo caso, è impensierito soprattutto dalle ricadute didattiche: «C'è un discreto disagio, perché non è facile, per i docenti, gestire due diverse metodologie didattiche. Quanto poi ai dispositivi, le mascherine Ffp2 che avrebbero dovuto essere distribuite in caso di un singolo alunno contagiato per classe, alla fine abbiamo dovuto acquistarle noi». Non sembra particolarmente preoccupato il Preside dell'Itis Da Vinci, Marcello Miselli, quando spiega che su 47 classi, una sola è in Dad, cinque o sei in regime di Didattica digitale integrata, mentre si registra un discreto numero di classi con un solo contagiato, indossante la Ffp2. Richiesto di un commento sulla contrapposizione tra sindacati e Ministro, il Preside spiega: «La situazione cambia molto secondo le aree geografiche e gli ordini di scuola. Basti pensare che con uno o due contagi, una scuola d'infanzia va in Dad». E' per questo che la carrellata di pareri continuerà domani con i dirigenti degli istituti comprensivi.