Anagrafe nella ex sede Unicredit e un'idea per la ex Angelo Po in dismissione

Quando – correva l'anno 1988 – l'allora Rolo Banca ne terminò la costruzione, un polemico manifesto della Dc che ritraeva l'edificio dall'alto recitava “Per Bergianti tutto questo è provvisorio”. E in effetti, non dava proprio l'idea della provvisorietà quella che era stata scelta come filiale periferica dell'istituto: pannelli prefabbricati pesanti, coronamento superiore in lamiera, colonne di sostegno in ferro, ampio ricorso a vetrate. Ma tant'è: quello era stato il prezzo di un preciso compromesso intervenuto tra l'Amministrazione comunale guidata da Claudio Bergianti e i vertici della banca destinata, di lì a dieci anni, a essere assorbita da Unicredit. Mancava una porzione di terreno, privata e condotta a vigneto, per completare il parco della Resistenza: per la precisione quella a nord del piccolo viale del Cimitero, verso la via Catellani. L'accordo prevedeva che Rolo Banca acquistasse il terreno e lo cedesse poi al Comune completo di parcheggio pubblico, utile sia alla città che allo stesso istituto. In cambio, avrebbe ottenuto la possibilità di realizzare la propria filiale sulla via Catellani, in uno dei punti più visibili e trafficati della rete urbana. Ma poiché, con la cessione al Comune, il terreno sarebbe diventato demaniale e dunque non alienabile a privati se non attraverso un pubblico incanto, si stabilì che la struttura destinata a esservi realizzata sopra avesse appunto l'impronta della provvisorietà, consentendo al termine di una concessione di 40 anni di demolirla a spese della banca per riportare il lotto al verde originario.