Al Sindaco di Soliera l'appoggio non scontato, date le storie diverse, del collega di Carpi

Solomita segretario provinciale Pd? Muzzarelli: ''Non faccio nomi”. Ma poi elogia Fava, per nome

L'antica e mai sopita rivalità di Muzzarelli con Bonaccini sullo sfondo dello scontro che si annuncia al congresso provinciale

Gli hanno chiesto (Gazzetta di domenica 24 ottobre) se, in vista del Congresso provinciale del Pd, sarebbe disposto a sostenere la candidatura a segretario di Roberto Solomita, l'unica ufficialmente in campo, anche se considerata non proprio unitaria. E lui, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli (ph La Pressa) ha glissato con il consueto, prudente aggiramento dell'ostacolo: “Mi interessa la politica, prima dei nomi”, prendendosela subito dopo con la "lettura sbagliata e falsa” di chi vorrebbe "normalizzare Modena e il suo sindaco”, accusati di fare da troppo tempo la parte del leone. L'intervistatore allora ha insistito: “E su Solomita?”. Risposta di Muzzarelli: “Intanto ringrazio Davide Fava (il segretario provinciale uscente, ndr) per il lavoro che ha svolto e sta svolgendo per reggere l'urto della crisi economica e organizzativa”. Dimostrando che qualche volta i nomi Muzzarelli li fa, dipende solo se gli siano graditi oppure no. E quello di Solomita, evidentemente, non è in cima alle sue preferenze.

Il gustoso quadretto dà un'idea di quanto acceso si profili il prossimo appuntamento congressuale modenese. Sullo sfondo del quale si delinea la mai sopita rivalità politica tra lo stesso Muzzarelli, modenese di montagna (Fanano), e il Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, modenese di pianura (Campogalliano), risalente ai tempi in cui il primo, da assessore regionale uscente, si riteneva predestinato al ruolo che verrà invece occupato dal secondo. A lui toccherà l'ufficio su piazza Grande, importante, certo, ma non paragonabile alla torre di via Stalingrado dalla quale si intravedono ben più ampi orizzonti politici, e non solo nazionali. A raffreddare i rapporti tra i due, fino a conferire loro anche il ruolo di leader di fronti politici interni e contrapposti, interverrà poi la divagazione renziana di Bonaccini, mai rinnegata dal suddetto, proprio mentre Muzzarelli, interprete di una visione molto più interna al filone Pci-Pds-Ds-Pd, restava saldamente ancorato alla radice posto comunista. Poi le cose, si sa, evolvono. Le coloriture nette, specie di questi tempi, sbiadiscono sostituite da visioni che differiscono di poco, mantenendosi tutte all'interno di quella parola grossa che è "riformismo” capace di sostituirsi allo stesso termine di “sinistra”. In campo restano soprattutto le personalità diverse, le rispettive ambizioni, i gruppi che si compongono e si scompongono intorno a loro e dai quali i due attingono poi i fedelissimi, da collocare nelle posizioni di potere che è poi l'obiettivo finale. Un esempio? Chi se non il Sindaco di Carpi, allevato “a latte e Bella ciao”, come disse una volta lui stesso, sarebbe teoricamente più addentro per formazione e cultura e Pantheon di valori al filone di sinistra post comunista incarnato da Muzzarelli? E invece no. La sua recente esternazione (endorsement, dicono i raffinati) decisamente favorevole alla candidatura di Solomita è una deviazione inattesa rispetto a quella storia, perché fra i valori del Sindaco di Soliera la praticità viene molto prima dei rituali di partito e dei culti resistenziali, e la tutela dell'ambiente, la lotta alle disuguaglianze di genere e i temi dei social forum dei primi anni Duemila prevalgono nettamente sulle scorie ideologiche ereditate dal Novecento. Con Bellelli si è consolidata un'intesa nel farsi concreto e quotidiano dell'amministrazione – leggi Unione delle Terre d'Argine – che alla fine ha prevalso su quella che sarebbe stata una più logica appartenenza del Sindaco di Carpi al campo di Muzzarelli. Con Bonaccini, dunque? Si direbbe proprio di sì, anche perché nel Presidente della Regione Bellelli ha trovato più di una sponda per contenere quello che, comunque la pensi Muzzarelli, resta un po' l'imperialismo modenese che avrebbe lasciato ben poco spazio agli ambiziosi progetti carpigiani del nuovo ospedale e, soprattutto, della sede universitaria, vista quest'ultima come il fumo negli occhi da Modena, intesa come Comune e anche Confindustria Emilia centro.

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Poi, a conferma che le cose oggidì in politica sono sempre più sfumate, va anche detto che, restando in ambito modenese, il fronte che va da Bonaccini e Bellelli e Solomita non differisce tanto da quello rappresentato da Muzzarelli-Fava quando si parli di prospettive di scenario come il futuro di Aimag. Qui le divergenze si ricompongono, nel nome di quella semplificazione nel gigantismo che va sotto il nome di controllo di Hera su Aimag: un antico sogno che dai tempi di Pier Luigi Bersani e Vasco Errani, avendo come ispiratore remoto Romano Prodi, è sempre stato caro al Pd, almeno nella versione che si usava chiamare Ditta.