Voto europee a Carpi. Plebiscito per Bonaccini e Meloni. Avanza FdI. Spicca il volo il Pd: social in lutto. E c'è chi elogia l'astensionismo

E' un voto squisitamente politico, quello delle europee: e la politica esige raffronti ravvicinati, perché rispecchia il rapido evolversi dei tempi e delle circostanze. Per questo un raffronto realistico dei risultati richiede di rifarsi innanzitutto alle ultime politiche del 2022, visto che le europee di cinque anni fa si svolsero in condizioni del tutto differenti. E nel confronto con il 2022 spiccano l'avanzata di un 10 per cento del Pd, che si attesta al 45,19 per cento) e di Fratelli d'Italia che avanza ancora (più 3 per cento) rispetto al buon esito del 2022 raggiungendo il 23,43. Il Movimento 5 Stelle continua la sua fase discendente quasi dimezzandosi, mentre Forza Italia, con Noi moderati, incrementa di un  lieve 0,20 il già buon risultato del 2022. E la Lega, che ai tempi d'oro di Salvini, nel 2019, appunto, aveva raggiunto il 29,08, nell'anno del primo ballottaggio della storia di Carpi nel dopoguerra, e che nel 2022 era già scivolata al 6,2, cede ancora quasi tre punti, fermandosi al 4,78. Spicca, come dappertutto, il balzo in avanti di Avs, l'Alleanza Verdi Sinistra che con il suo 5,81 per cento scavalca Forza Italia e si colloca al quarto posto fra le forze politiche cittadina. Brutte notizie, invece, per il centro moderato liberal progressista di Azione, che perde quasi cinque punti sul 2022, e +Europa che scende  dal 3,05 al 2,73 per cento. segue

Vedremo quel che accadrà con il voto politico-amministrativo ma la prima cosa che si nota, sul piano, ripetiamo, dello stretto orientamento politico della città è che il rumore assordante anti-Pd emesso dai social è stato marginalizzato,così come è stato evidente l'effetto Giorgia anche in città, dove le è stato tributato un consenso personale di oltre duemila voti (la supera soltanto Bonaccini, con 5mila 563). Qualcuno, che non si capàcita dell'esito, è corso a scomodare, come per ridimensionare il tutto, la causa dell'astensionismo, abbracciandola quasi fosse un partito a sé, rappresentativo del disgusto e del distacco dalla politica. E se è vero che c'è stato un calo rispetto al 2022, di nove punti percentuali e di undici sul 2022, è altrettanto vero che decide chi va a votare e che Fratelli d'Italia, con la coalizione di centro destra, pur espressione di una minoranza degli aventi diritto, è a Roma che governa in piena legittimità. Poi si potranno fare tutte le riflessioni del caso, su quella che è una vera e propria crisi della rappresentanza, ma al momento chi vota conta, chi non lo fa subisce. 

 

Spigolature sulle preferenze europee: il generale Vannacci ne ha riscosse 439, che non sono poche e rivelano qualche pensiero profondo che si annida anche a Carpi; Bonaccini ha riscosso un vero e proprio plebiscito, subito seguito da Giuditta Pini, segno evidente che l'assiduità sul territorio e anche il comizio finale hanno contato; risultato modesto per Antonio Platis, candidato Forza Italia della Bassa, ma anche Tajani, con i suoi 153 voti, non può dirsi trionfante, almeno a Carpi; in proporzione, se si guarda alla notorietà, ma restando comunque più sotto, ha fatto meglio Giulia Pigoni con i suoi 133 voti racimolati a Carpi grazie a una certa assiduità alle iniziative della lista Uniti per Carpi, che univa i renziani, come lei, con Più Europa e i civici di Laboratorio Carpi. Le indicazioni delle europee lascerebbero intuire un andamento liscio per Riccardo Righi, candidato del centro sinistra, ma occorre sempre tenere presente la complessità degli umori che determinano il voto amministrativo.