Etichette in cellulosa e un Varcobosco

Varcotex, orientata alla sostenibilità per prodotti e ambiente

La tutela e il rispetto dell’ambiente sono obiettivi prioritari per Varcotex. L’impresa di labelling carpigiana, presente sul mercato dal 1982, ha recentemente lanciato due progetti in questa direzione. Il primo è strettamente legato al settore di riferimento dell’azienda (che nel 2018 ha realizzato un fatturato di circa 11 milioni di euro), vale a dire le etichette e i cartellini per la moda, mentre il secondo riguarda l’ambiente in generale. Varcotex, che nei giorni scorsi ha partecipato come espositore a Milano Unica, la fiera internazionale dei tessuti e degli accessori, è l’unica azienda in Europa che produce integralmente in Italia tutte le classi merceologiche di labelling con oltre 120 macchine di produzione. Grazie alle tre sedi dislocate tra Italia (il quartier generale carpigiano è in via Edison), Turchia e Cina, riesce a fornire diversi tra i più grandi brand di moda e del lusso del mondo come per esempio il gruppo Kering, Gucci, Dolce&Gabbana, Moschino, Bottega Veneta, Dior, Max Mara, Bulgari, Ferragamo e Lanvin. Abbiamo parlato con Paolo Munari, amministratore unico di Varcotex, delle ultime novità della sua azienda.

Partiamo da Biolabel, la vostra nuova etichetta completamente rinnovabile e biodegradabile. È la prima volta che proponete un prodotto di questo tipo?

«Da anni facciamo del nostro meglio: vogliamo essere realmente green. I nostri sviluppi aziendali si inseriscono anche nella più ampia cornice dei “17 obiettivi per trasformare il nostro mondo”, l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’Onu. L’idea di Biolabel nasce proprio da questa mentalità civile e aziendale: poter fare un prodotto sostenibile, proveniente da materie prime certificate per la riforestazione, che sia ampiamente utilizzabile in sostituzione delle materie prime provenienti dal petrolio. Biolabel è costituita interamente da cellulosa. La nostra azienda spera che l’uso della cellulosa per le etichette tessute rappresenti un game changer per il nostro settore (anche se l’etichetta tessuta costituisce solo una minima parte del capo). Biolabel non è il nostro unico progetto green, ma gestiamo molte altre azioni per la sostenibilità sia nei prodotti che nel ciclo produttivo. Perseguiamo una cultura fortemente orientata alla sostenibilità con numerosi altri prodotti da noi testati ed utilizzati in produzione: carta riciclata proveniente da programmi di riforestazione, plastificatura biodegradabile sui cartellini, ricerca ed utilizzo di materiali realizzati con biopolimeri in sostituzione delle etichette in vera pelle»

Quali sono le caratteristiche di Biolabel?

«Biolabel è un’etichetta tessuta totalmente etica, nata per essere rispettosa dell’ambiente, completamente riciclabile e rinnovabile. È un prodotto che proviene 100 per cento da materie prime naturali, è 100 per cento biodegradabile e 100 per cento plastic free. La sua materia prima deriva da compost organico biodegradabile ed eco-sostenibile. È conforme alle norme FSC/ SFI, proviene da programmi di riforestazione e soprattutto non è derivata da materie fossili non rinnovabili. Il suo ciclo produttivo non è dannoso per l’ambiente, prevede un basso consumo di acqua ed emissioni non pericolose. A livello di prodotto, essendo di origine naturale è delicato sulla pelle, setoso, ipoallergenico e traspirante»

Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di sostenibilità: moda o necessità?

«La sostenibilità non è un trend, ma è il futuro: la generazione Greta da adolescente, diventerà adulta e di pari passo aumenterà la crisi ambientale: da un aspetto di moda eccentrica, passata ora a una nobile intenzione, diventerà parte integrante del quotidiano quando si percepirà il non augurabile passaggio, da “attenzione ambientale” a “panico ambientale”. Da anni facciamo del nostro meglio provando a dare una testimonianza che mi auguro possa essere contagiosa: vogliamo essere realmente green. Mi lasci citare un episodio quasi personale: la cena aziendale di fine anno a Firenze dopo una visita privata e riservata solo ai nostri impiegati e operai alla Galleria degli Uffizi è stata rigorosamente vegetariana, inizialmente con le lamentele degli amanti della fiorentina, che però a fine cena hanno ammesso che il menù è stato un successo e rammentando che l’uso abituale di carne può incidere sulla quantità di CO2 emessa nell’ambiente»

Ci parli del progetto Varcobosco.

«Varcobosco si inserisce tra i nostri progetti più significativi dal punto di vista economico, oltre alla sistemazione della copertura del nostro stabilimento di oltre 4 mila metri quadrati per l’installazione di pannelli fotovoltaici per l’autoproduzione di energia. Un impegno a lungo termine nella riduzione della nostra impronta ambientale. Un’azione concreta di responsabilità sociale d’impresa che si pone come una reale attività di contrasto al cambiamento climatico. Nello specifico, Varcobosco consiste nell’acquisto di appezzamenti di terreno con l’obiettivo di piantare alberi e l’impegno a non cederli per l’utilizzo in agricoltura intensiva con l’utilizzo di fertilizzanti»

Il primo Varcobosco sorgerà proprio a Carpi. Dove?

«Sì, dove abbiamo acquistato 14 mila metri quadrati di terreno di fianco all’autostrada per mettervi a dimora mille alberi. La planimetria della zona assomiglia già a un albero e l’abbiamo scelta anche per questo. A questo primo Varcobosco ne seguiranno altri: abbiamo già pianificato alcuni acquisti di terreni con lo stesso scopo. In questo modo contribuiremo alla riduzione della CO2 immessa nell’atmosfera con la nostra produzione e al contempo intendiamo richiamare l’attenzione su progetti realmente sostenibili. Rimaniamo realisti, sapendo che la nostra vocazione è solo una parte infinitesimale di ciò che serve a una politica sostenibile. A questo proposito, sempre citando l’Agenda 2030 e i suoi 17 obiettivi, il Goal 15 è molto significativo. Si chiama “Vita sulla terra” e il suo sottotarget, il 15.2 recita: “Entro il 2020, promuovere l’attuazione di una gestione sostenibile di tutti i tipi di foreste, fermare la deforestazione, promuovere il ripristino delle foreste degradate e aumentare notevolmente l’afforestazione e riforestazione a livello globale”. Con il nostro programma di circa mille alberi all’anno siamo appieno in questo nuovo paradigma ecologico, per la creazione di un panorama sostenibile tra futuro e prosperità ambientale».

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