Aimag alla gara in libertà condizionata dal patto di sindacato

Affaire Aimag-Unieco Ambiente. Ricompattando il patto di sindacato intorno al nulla osta “condizionato” alla partecipazione della multiutility alla gara, Alberto Bellelli ha evitato due rischi: da una parte la legittimazione piena della Lega come formazione politica rappresentativa degli interessi dell’Area Nord in contrapposizione a Carpi e alle Terre d’Argine; e dall’altra l’ingovernabilità di un patto di sindacato spaccato, oltre che politicamente, anche territorialmente. Isolamento evitato, dunque, ma con un nulla osta “condizionato”, si diceva. Sorge qualche dubbio su questa sorta di prescrizione impartita dall’organo politico al CdA dell’azienda a subordinare la partecipazione alla gara alla sottoscrizione di partnership industriali “...sia nella fase di acquisizione della Divisione Ambiente e sia in seguito, atte a ridurre i rischi intrinseci dell’operazione, con particolare riferimento agli asset fuori regione”. Si avverte, sullo sfondo, una preoccupazione per il richiamo dei Revisori. Ma è ben visibile anche il paradosso di un patto di sindacato che detta al Consiglio di amministrazione di una Società per azioni le modalità di presentarsi a una trattativa di mercato: il che autorizza a pensare che i Sindaci soci non abbiamo mai smesso di considerare Aimag come una qualsiasi municipalizzata e non un’azienda con propri margini di autonomia per quello che riguarda le scelte di strategia industriale. Dichiarare indispensabile una partnership industriale invitando il CdA a “...tenere conto del carattere condizionale” di questa prescrizione allo scopo di “ridurre i rischi intrinseci dell’operazione” è come ammettere che Aimag deve cedere il controllo dell’iniziativa a un terzo, non potendo gestirla da sola al cento per cento: e chi glielo fa fare, a un terzo prefigurato come così indispensabile, di assoggettarsi a una partnership e di non cedere alla tentazione di provarci da solo? Si sta delineando uno scenario nel quale come minimo ci si aspetterebbe un’impennata d’orgoglio da parte dei Consiglieri di amministrazione di Aimag, una reazione per spiegare bene ai Sindaci dove risieda l’interesse dell’azienda: ma al momento non risultano pervenuti. Intanto, dalle minoranze si alza la richiesta di un passaggio in Consiglio comunale, quanto meno per spiegare le ragioni dell’improvviso cambio di rotta da parte del Sindaco. Ma non lo si intravede, all’orizzonte.

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