Accordo raggiunto tra azienda, sindacati e Ministero del Lavoro: cassa "Genova", incentivi all'esodo e anticipi di Tfr

Carpi, vertenza Navigare: approvata la cassa integrazione straordinaria per un altro anno

Come anticipato nei giorni scorsi (leggi qui), si è concluso oggi, lunedì 8 novembre, l’incontro al Ministero del Lavoro relativo alla vertenza Navigare. Lo storico marchio, a cui fa capo Manifattura Riese, azienda fondata negli anni Sessanta a Rio Saliceto e trasferitasi a Carpi nel gennaio del 2021, è al centro di una complicata trattativa per tutelare i 58 dipendenti tuttora rimasti dagli iniziali 82.

A fine luglio (leggi qui) era stato raggiunto un primo risultato per scongiurare i licenziamenti a seguito della procedura avviata dall’azienda il 14 maggio e che dal primo agosto avrebbe potuto diventare realtà. Venendo incontro alle richieste sindacali, l’azienda aveva deciso di sospendere la procedura di licenziamento, prorogando la cassa integrazione Covid fino al 27 ottobre. Dopo una alcune riunioni interlocutorie, oggi le parti interessate – vale a dire rappresentanti sindacali, Rsu aziendale, Ministero del Lavoro e liquidatore insieme ai legali – si sono di nuovo incontrate e hanno ufficialmente raggiunto un accordo formale. L’obiettivo di garantire ai dipendenti un altro anno di cassa integrazione straordinaria prevista dal Decreto Genova in caso di cessazione di attività aziendale è stato raggiunto. “L’accordo prevede anche l’impegno della proprietà ad agevolare eventuali acquirenti che garantiscono la continuità produttiva e occupazionale – annotano i sindacati Filctem e Filcams Cgil e Femca Cisl Carpi – , diverse misure per attutire l’impatto sul sociale, tra le quali un incentivo all’esodo a favore dei lavoratori che usciranno dall’azienda su base volontaria ed altre forme di sostegno per le maestranze, come l’attivazione di politiche attive regionali e ogni altra forma di tutela prevista dalle normative vigenti (accordo di ricollocazione, agevolazioni fiscali per chi assume lavoratori in Cigs). Si prevede inoltre che l’azienda eroghi gli anticipi di Tfr per i lavoratori che ne facciano richiesta”.

I sindacati auspicano che l’intervento di ammortizzatori sociali consenta di utilizzare il tempo a disposizione affinché nuovi imprenditori rilevino l’attività e garantiscano la prosecuzione dell’azienda e la salvaguardia di tutti i livelli occupazionali.

 

 

 

 

A fine aprile Manifattura Riese è stata venduta dal socio di maggioranza, il Fondo Consilium – subentrato cinque anni fa e detentore dell’80 per cento delle quote, mentre il 20 per cento appartiene alla Navy Group di Massimo Brunetti, membro della famiglia fondatrice dello storico marchio – alla Luchi Fiduciaria di Milano che, dopo pochi giorni, l’ha messa in liquidazione e ha avviato una procedura di licenziamento per gli 82 dipendenti (leggi qui) tra cui circa la metà impiegati nella sede di Carpi e gli altri negli outlet e nei negozi di proprietà sparsi in tutta Italia. Dall’inizio di maggio i lavoratori, supportati da sindacati e istituzioni locali, hanno intrapreso una serie di iniziative di mobilitazione e di sciopero (leggi qui, qui e qui).