I sindacati chiedono la cassa integrazione per altri 12 mesi secondo il Decreto Genova

Carpi, vertenza Navigare rinviata al 3 novembre

Ancora nessun accordo per la vertenza Navigare. Lo storico marchio, a cui fa capo Manifattura Riese, azienda fondata negli anni Sessanta a Rio Saliceto e trasferitasi a Carpi nel gennaio del 2021, è al centro di una complicata trattativa ancora in corso per tutelare i 60 dipendenti tuttora rimasti dagli iniziali 82. A fine luglio (leggi qui) era stato raggiunto un primo risultato per scongiurare i licenziamenti a seguito della procedura avviata dall’azienda il 14 maggio e che dal primo agosto avrebbe potuto diventare realtà. Venendo incontro alle richieste sindacali, l’azienda aveva deciso di sospendere la procedura di licenziamento, prorogando la cassa integrazione Covid fino al 27 ottobre.

La data si avvicina, ma per ora un eventuale accordo è stato rimandato al 3 novembre. E' quanto ermerso nella mattinata di oggi (25 ottobre) durante  una riunione interlocutoria tra le parti interessate, vale a dire rappresentati sindacali, Rsu aziendale, Ministero del Lavoro e liquidatore insieme ai legati. L’obiettivo è garantire ai dipendenti un altro anno di cassa integrazione straordinaria prevista dal Decreto Genova in caso di cessazione di attività aziendale. «L’epilogo finale è previsto per il 3 novembre – spiega Sergio Greco di Filctem Cgil –. Ci siamo molto avvicinati e diamo per scontato che, con la mediazione del Ministero del Lavoro si vada verso una “cassa Genova” per 12 mesi per evitare i licenziamenti da subito e avvalerci di questo prezioso ammortizzatore sociale».

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A fine aprile Manifattura Riese è stata venduta dal socio di maggioranza, il Fondo Consilium – subentrato cinque anni fa e detentore dell’80 per cento delle quote, mentre il 20 per cento appartiene alla Navy Group di Massimo Brunetti, membro della famiglia fondatrice dello storico marchio – alla Luchi Fiduciaria di Milano che, dopo pochi giorni, l’ha messa in liquidazione e ha avviato una procedura di licenziamento per gli 82 dipendenti (leggi qui) tra cui circa la metà impiegati nella sede di Carpi e gli altri negli outlet e nei negozi di proprietà sparsi in tutta Italia. Dall’inizio di maggio i lavoratori, supportati da sindacati e istituzioni locali, hanno intrapreso una serie di iniziative di mobilitazione e di sciopero (leggi qui, qui e qui).