Nuovo CdA di Aimag: la Bassa sconfitta due volte

Il riallineamento dei Sindaci del Pd che ha permesso il varo del nuovo Consiglio di amministrazione del Gruppo Aimag sancisce di fatto due sconfitte per la Bassa. Con la designazione di Gianluca Verasani, destinato alla presidenza, Paola Ruggiero, Giuliana Gavioli, Mario Berni e Matteo Luppi prende forma un vertice decisamente sbilanciato – almeno per tre a due – verso il Sud del territorio Aimag, quello guidato da Carpi, notoriamente nella sfera di influenza di Hera, mentre è noto che nel Nord, e non solo nella componente Lega ma anche fra diversi sindaci dem, spira forte il vento dell'autonomia del Gruppo. Lo stesso vento, per intenderci, che aveva soffiato nelle vele del precedente CdA quando aveva imboccato la rotta della gara per Unieco Ambiente. Dunque, pur di tener fuori la Lega dalla stanza dei bottoni della multiutility, i sindaci del Pd del Nord hanno chinato il capo, rinunciando sia a sostenere la candidata Vittoria Varianini scelta dal Sindaco di Mirandola che a quella visione strategica di Aimag come di un'azienda molto figlia della Bassa più che del resto dei territori serviti, libera di muoversi nel mercato dei servizi di pubblica utilità, secondo opportunità e convenienza. La seconda sconfitta riguarda in particolare Mirandola che avrà pure una consigliera – Giuliana Gavioli – nata e residente nella città dei Pico, ma che non è rappresentata nelle sue istituzioni civiche.

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Che cosa comporti la costituzione di un CdA pro Hera lo si vedrà nei futuri sviluppi. Abbiamo già avuto occasione di sottolineare che non sarà necessariamente la fusione, il traguardo del percorso di avvicinamento: un obiettivo che a Hera interessa molto meno che poter invece inserire il bilancio di Aimag nel proprio consolidato di Gruppo, facendo della posizione finanziaria netta della società parte integrante della propria. A Hera, secondo questa ipotesi, preme soprattutto la cassa di Aimag, per finanziare la propria espansione nel Veneto dove è in corso la grande sfida che la oppone, fra le altre, ad A2A per la conquista delle multiutility di Verona e Vicenza. E' per questo che Hera non poteva permettere di far uscire gli 80 milioni offerti per la gara per Unieco e tanto meno, vista l'urgenza, di mettersi alla finestra ad aspettare che fra una decina d'anni l'investimento desse i suoi, eventuali frutti. La “Grande Aimag” di cui si parla soprattutto a Carpi finirebbe solo per essere il suo ingresso nel consolidato del colosso bolognese, più propenso a conquistarne poco a poco la maggioranza che ad avventurarsi in una contrastata fusione.

 

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