Ancora nessuna risposta per i lavoratori non passati alla nuova gestione

Personale cimiteriale, Cgil e Cisl protestano

A distanza di quattro mesi sono ancora in attesa di risposte i lavoratori e le lavoratrici che si occupano dei servizi funerari e di pulizie del cimitero di Carpi, poiché dal 9 novembre 2020 con il cambio di concessione da Cfp a Cooperativa sociale Barbara B non sono passati alla nuova concessionaria.

Lo affermano i sindacati di categoria di Cgil e Cisl lamentando che otto tra lavoratori e lavoratrici precedentemente impiegati nell’appalto dei servizi cimiteriali del Comune di Carpi (da moltissimi anni) non siano stati inseriti nella clausola sociale del bando di concessione di tali servizi.

"Tutto ciò in un assurdo rimpallo di responsabilità - sostengono i sindacati - tra l’amministrazione del Comune di Carpi, colpevole di essersi “dimenticata” di inserirli nella clausola sociale e l’azienda subentrante nella concessione Cooperativa Sociale Barbara B, la quale rifiuta di prendersi in carico i lavoratori che pure avevano diritto al passaggio così come previsto dal Contratto Nazionale di riferimento" .

"La Cooperativa Sociale Barbara B - afferma una nota congiunta di Cgil e Cisl - ha effettuato per vari mesi il servizio con personale preso in “prestito” da altri territori, e solo a fronte delle ripetute segnalazioni di inadempienze avanzate dalle Organizzazioni Sindacali Filcams/Cgil e Fisascat/Cisl ha proceduto con assunzioni ex novo. Viene da chiedersi come mai a fronte di un preciso fabbisogno di personale la Cooperativa non abbia ritenuto di assumere chi legittimamente rivendicava il diritto al passaggio. I lavoratori e le lavoratrici sono tutt’oggi alle dipendenze della cooperativa modenese C.F.P., società uscente dal servizio, la quale pur essendo leader nel settore pulizie sul territorio provinciale non ha reinserito i lavoratori in altri servizi e non ha nemmeno attivato le procedure per tutelarne il reddito. Ad oggi nessun riscontro hanno avuto le rivendicazioni delle Organizzazioni Sindacali che oramai da mesi richiedono un tavolo di confronto volto a sanare questo pasticcio consentendo a padri e madri di famiglie, spesso mono reddito di continuare a garantire un sostentamento economico e sottolineando ancora una volta che a pagare le conseguenze di un sistema di appalti “difettoso” siano i lavoratori dimenticati da mesi in un limbo, senza che nessuno degli attori coinvolti in questa vicenda si senta in dovere di assumersene le responsabilità".