Con un'Istituzione valida ora per Modena

Monsignor Castellucci liberalizza i luoghi dei riti funebri religiosi

Una “Istruzione” diramata alla fine di settembre, introduce qualche novità in materia di riti religiosi di commiato. Con possibili ricadute locali, visto che il provvedimento reca la firma dell’arcivescovo di Modena e Nonantola, monsignor Erio Castellucci, amministratore apostolico della diocesi di Carpi. Si tratta in buona sostanza di un ampliamento dei luoghi nei quali è possibile effettuare i riti religiosi legati alle esequie. Non la messa, per la quale è necessario ricorrere alla chiesa parrocchiale di appartenenza del defunto o da lui frequentata in vita. Il riferimento è alle veglie funebri, ai rosari, alla “levata” (il momento della chiusura della bara): momenti di preghiera per i quali l’Arcivescovo dispone che “... ciò che si può fare in casa è possibile farlo anche in altro luogo dove sia stato composto il feretro: in una camera ardente, di una struttura ospedaliera, residenziale o funeraria”. Anche le esequie senza la messa, in casi particolari e dopo aver ottenuto il consenso del parroco del defunto si potranno celebrare nelle cappelle degli ospedali, nelle strutture protette, nei pensionati e nelle case funerarie del commiato, purché le cappelle in questione risultino dignitose e allestite adeguatamente. La raccomandazione di monsignor Castellucci alle agenzie di onoranze funebri è di mettere in contatto parenti e parroco per concordare insieme luogo e modalità delle esequie.

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