San Francesco: il mistero del preventivo esagerato e dei fondi confusi

Storia lunga e, per quanto si sa, ancora lontana dall’essere risolta, quella del restauro di un’altra chiesa molto amata dai Carpigiani: quella di San Francesco d’Assisi in via Trento Trieste. L’edificio, che nella sua storia pluricentenaria è stato oggetto di numerosi ed ampi rimaneggiamenti (e per molti anni nel corso dell’Ottocento è stato anche chiuso al culto e adibito ad altre funzioni meno nobili), è chiuso dal giorno del sima del 2012 e non si sa quando (e se) verrà riaperto. L’allora parroco, don Roberto Bianchini, nel frattempo scomparso nel luglio del 2018, aveva incaricato lo studio dell’ingegner Marc’Aurelio Santi di predisporre un progetto per la messa in sicurezza della chiesa di San Francesco in modo da poterla riaprire subito dopo il terremoto: «Predisposi un progetto – ricorda il professionista – per mettere in sicurezza la parte absidale della chiesa, quella seriamente lesionata dal terremoto, in modo da poterne utilizzare eventualmente la metà anteriore per le funzioni religiose. Poi anche un secondo progetto, più complessivo, per il consolidamento e il restauro di tutta la chiesa, con un costo preventivato intorno ai 2,4 milioni di euro. Il progetto venne presentato da don Bianchini in Curia vescovile ma poi venne accantonato». 

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