Caffè del Teatro, le cause di una vicenda surreale

La ragione per la quale il Caffé del Teatro ha mantenuto così a lungo chiusi i battenti è nota. La ditta Caffé Bonini di Firenze e i signori Leonardo Bonfiglio, Luca Cocco e Tiziano Tizzanini che il 25 gennaio 2017 si erano aggiudicati la concessione per 12 anni al canone iniziale di 25 mila euro annui, il 28 dicembre 2018 hanno comunicato la propria rinuncia. Meno note risultano le tappe di questo esito che servono un po’ a rispondere alle domande che tutti si pongono: di chi sono, alla fine, le responsabilit. per la mancata entrata in funzione dell’unico esercizio pubblico del lato est della piazza Martiri privata di un cos. importante punto di attrazione? E com’è che il Comune si ritrova al punto di partenza, cioè a dover rifare un bando che non uscirà prima del prossimo anno, nonostante i lavori siano stati completati? Si sa che la concessione assegnata nel 2017 era solo provvisoria. Per diventare definitiva i vincitori avrebbero dovuto consegnare entro 30 giorni dall’aggiudicazione il progetto di sistemazione interna del locale, con tutte le autorizzazioni dell’organo di tutela, trattandosi di esercizio ricavato in un edificio classificato come bene storico artistico. Quel progetto, però, la Caffé Bonini e soci non ha mai potuto presentarlo, chiedendo per ben quattro volte delle proroghe della scadenza. Nell’atto con cui il Dirigente comunale, qualche mese fa, ha registrato la definitiva rinuncia dei concessionari, queste proroghe vengono elencate quasi come si trattasse di pretese, buttando là, solo in un breve inciso, la vera ragione di fondo: “...motivate (le richieste, ndr) dall’impossibilit. di accedere ai locali per la presenza di ponteggi riferiti a cantieri comunali per i lavori del Teatro”. Avevano dunque le loro buone ragioni, i concessionari a chiedere rinvii della data di presentazione del progetto, visto che non potevano neppure entrare nei locali a prenderne le misure.