I sindacati dei pompieri insorgono: non siamo tutelati per il servizio che svolgiamo

Autista dei Vigili del Fuoco condannato in via definitiva per un incidente di servizio

Nal dicembre del 2013 a Modena una autopompa dei Vigili del Fuoco che accorreva a una chiamata d'emergenza investì una studentessa serba ventenne che stava attraversando la strada sulle strisce pedonali ma mentre ascoltava musica con gli auricolari. Probabilmente a causa di ciò non aveva sentito la sirena dei pompieri e non aveva neppure notato che le auto sulla strada si accostavano per lasciare passare il mezzo di soccorso. A quasi otto anni dalla triste vicenda la Cassazione ha confermato la condanna inflitta al Vigile del Fuoco che conduceva l'autopompa e la vicenda ha subito suscitato le proteste dei sindacati di categoria e ha sollevato perplessità e malumore fra il personale in servizio, non solo tra i Vigili del Fuoco ma anche fra le alte forze di polizia che potrebbero incappare in un evento simile alla guida dei rispettivi automezzi.

"Ci chiediamo se valga la pena correre da una parte all’altra del territorio rischiando la propria incolumità, quella dei colleghi, la propria patente e quant’altro». Lo afferma il sindacato dei vigili del fuoco Fns Cisl Emilia Centrale esprimendo piena solidarietà al collega condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione per aver investito una ragazza che attraversava la strada sulle strisce pedonali. «Quell’incidente stradale si verificò durante l’espletamento di un intervento di soccorso – ricorda Fabrizio Alberghini, segretario territoriale di Modena della Fns Cisl Emilia Centrale - Restiamo perplessi di fronte a una sentenza che avrà riflessi non solo a livello individuale, ma più in generale per tutti coloro che conducono veicoli di soccorso nel nostro Paese, dalla polizia di Stato ai carabinieri, dalla Guardia di finanza alla polizia locale, dal 118 alla Protezione civile". 

"Rispetto a questa vicenda - afferma sua volta una nota diramata dalla Cgil Funzione Pubblica di Modena e del Coordinamento regionale Vigili del Fuoco Cgil -, va prima di tutto precisato che gli autisti dei mezzi dei Vigili del Fuoco, così come tutti gli altri autisti dei veicoli preposti al servizio di soccorso e di sicurezza, sono tenuti a seguire le norme previste dal Codice della Strada, utilizzando una velocità opportuna, ma con l’esigenza di essere tempestivi. Pur non avendo ancora conoscenza del dettaglio della Sentenza della Cassazione, si può ragionevolmente sostenere che quell’11 dicembre del 2013 i metodi appena descritti dovrebbero essere stati osservati, visto che gli automobilisti, i pedoni e l’autobus erano fermi per dare precedenza alla squadra dei Vigili del Fuioco, che andava a svolgere l’intervento di soccorso. Dunque la cittadinanza doveva aver colto la presenza del mezzo in arrivo, così come l’autista si era potuto rassicurare di essere stato visto. A questo punto, seppure nel rispetto delle metodologie di intervento, a seguito di un imponderabile incidente – peraltro sempre possibile sulla strada – se gli autisti dei mezzi di soccorso possono essere chiamati a risponderne personalmente, senza tutela alcuna da parte dell’Amministrazione, si aprono degli scenari inquietanti, perché da questo momento ogni autista, impegnato in attività di soccorso o sicurezza, deve decidere se deve essere la vittima sacrificale delle situazioni che si possono creare sulla strada per vari motivi – anche per eventuali imprudenze altrui - oppure venire meno a dei principi basilari di quella guida opportuna che si richiamava, per poter svolgere gli interventi in tempo, per salvare le vite umane e i beni dei cittadini. Ci piacerebbe, sempre in attesa di leggere nel dettaglio la sentenza, che il Ministero dell’Interno intervenisse a tutela dei propri dipendenti, non lasciandoli soli alla mercé di facili giudizi mediatici; ponendosi (e ponendo) il problema del rispetto dei comportamenti adeguati da parte dei cittadini durante l’intervento dei mezzi di soccorso, cosa che avviene nella stragrande maggioranza dei casi; e infine, fermo restante il rispetto del Codice della Strada da parte degli operatori, non lasciare solo i dipendenti in casi come questi, ma accompagnandoli nelle giuste sedi con tutele legali ed assicurative certe".