La Belle Ferronnière e il cattivo Alberto Pio
L'impietoso ritratto del Principe in due romanzi feuilleton di Albert Blanquet
di Lucia Armentano
Il titolo Belle Ferronnière individua comunemente un ritratto di dama di Leonardo da Vinci di proprietà del Museo del Louvre che data intorno al 1495 e già presente in antico nelle raccolte reali di Francia. Tale denominazione impropria fu attribuita nel Settecento quando il dipinto fu confuso con un altro che ritraeva una presunta amante del re Francesco I (1494-1547) e con l’appellativo di quella fu registrato in un inventario. A partire dal XIX secolo buona parte degli studiosi identifica la dama immortalata da Leonardo con Lucrezia Crivelli, ultima favorita del duca Ludovico il Moro, che ebbe con lui due figli e lo seguì nella sua fuga da Milano all’arrivo delle truppe francesi. Ludovico morì poi in prigionia in Francia, nel 1508.
La Belle Ferronnière è invece un personaggio d’invenzione, una leggenda la relazione amorosa con il re di Francia e così pure il racconto della vendetta ordita dal marito geloso – forse un mercante di ferraglia o un tale chiamato Ferron o Féron – che avrebbe di proposito contratto la sifilide per contagiare la sua sposa e quindi il rivale. Ma le leggende, si sa, sono da sempre una fonte feconda d’ispirazione e questo spiega l’interesse di molti scrittori francesi per il soggetto. Tra i tanti uno ha però catturato la nostra attenzione per avere composto ben due romanzi sulla bella amante del re e per avere affibbiato in entrambi il ruolo di cattivo e malvagio ad Alberto III Pio da Carpi.