Domani, 16 giugno, alle 21 al Parco della Resistenza

Caterina Bonvicini apre la Festa del Racconto a Soliera

Sarà Caterina Bonvicini a inaugurare domani, mercoledì 16 giugno, la Festa del Racconto. La scrittrice bolognese, che collabora con l'Espresso e Robinson-La Repubblica, sarà protagonista della conversazione I racconti che curano, in programma alle 21 al parco della Resistenza di Soliera. Bonvicini parlerà della creatività come cura delle lesioni traumatiche che coivolgono tanto il corpo quanto la mente.

La raccolta di racconti da lei curata e intitolata Le ferite rende omaggio ai cinquant'anni dell'organizzazione di Medici Senza Frontiere, oggi presente in piú di settanta Paesi e che si muove su tanti fronti, dalle guerre alle pandemie, dalle migrazioni ai disastri naturali. 

A dialogare sul libro insieme a Bonvicini saranno il direttore scientifico dell’edizione 2021 della Festa del racconto Marco Antonio Bazzocchi ed Ettore Mazzanti, Career Manager di Medici Senza Frontiere Italia, che vanta una lunga esperienza sul campo come operatore umanitario nelle zone di azione dell’organizzazione internazionale nata nel 1971. Il volume raccoglie i racconti di 14 autori (sette scrittori e sette scrittrici) – Jhumpa Lahiri, Melania G. Mazzucco, Hamid Ziarati, Evelina Santangelo, Helena Janeczek, Diego De Silva, Marco Missiroli, Domenico Starnone, Sandro Veronesi, Marco Balzano, Marcello Fois, Antonella Lattanzi, Rossella Milone e Donatella Di Pietrantonio – che hanno trasposto in parole e immagini le piccole e grandi lacerazioni nel tessuto del mondo: dal dolore del razzismo a quello della malattia, dalla violenza dell’indifferenza ai traumi dell’infanzia, dalla perdita alla separazione, la creatività diventa nella forma del racconto la chiave per rimarginare quelle stesse ferite. “Ci sembrava significativo aprire la manifestazione con un volume che riflette e indaga sul potere curativo della parola, in un momento di stanchezza e dolore che coinvolge l’intero Pianeta – dice Marco Antonio Bazzocchi. – Un omaggio a chi, come gli operatori di Medici Senza Frontiere, porta da mezzo secolo il suo aiuto anche in luoghi lontani e invisibili con il proprio impegno quotidiano, un aiuto che spesso diventa guarigione e rinascita, la stessa che ci auguriamo dopo questi lunghi mesi di sofferenza”.

I 14 autori hanno interpretato il tema della ferita – provocata o sanata – in modo diverso. C’è chi ha scelto una via civile e chi un tono intimo. C’è chi parla di migrazione: Jhumpa Lahiri affronta il tema del razzismo e racconta quanto può ferire il rifiuto, Melania G. Mazzucco mette a nudo la lontananza dei mondi dentro una stanza di ospedale, Hamid Ziarati, attraverso un incontro fra fuggitivi, ci fa capire che la migrazione è anche solitudine, Evelina Santangelo cerca una nuova prospettiva per guardare il dolore, nel Mediterraneo come in una pandemia, Helena Janeczek ci porta in una terra lacerata linguisticamente e culturalmente, Diego De Silva, sbeffeggiando i luoghi comuni sovranisti, descrive la violenza di una società cieca e Marco Missiroli decide di scomparire per lasciare il posto alle parole vere di un naufrago morto in mare. C’è chi sceglie l’infanzia, come luogo della ferita originaria. Domenico Starnone s’interroga sui limiti dell’empatia di fronte alla scoperta del dolore degli altri, Sandro Veronesi riflette sulla nostra stessa capacità di ferire, per dirci che la vita insegna a convivere col male che ci è stato fatto come con quello che abbiamo fatto noi, e Marco Balzano sulle cose perdute, fra cui la nostra innocenza. Ma spesso sono i rapporti piú stretti che feriscono, e tutto succede molto vicino. Marcello Fois racconta un femminicidio, Antonella Lattanzi la follia della violenza domestica attraverso un’amicizia fra adolescenti, Rossella Milone il corpo e un dispetto meschino durante una separazione, Donatella Di Pietrantonio quanto sia difficile per una figlia adulta riconoscere la libertà di sua madre senza sentirsi tradita. 

Prenotazioni telefoniche 059 568585 negli orari di apertura della Biblioteca Campori: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì 14.30-19, martedì 9-13 / 14.30-19, sabato 9-13. Le prenotazioni sono effettuabili anche sul sito della Fondazione Campori