Cinque secoli di San Nicolò in mostra dal 10 aprile
Prima – dal XII secolo – era una cappella dedicata a San Nicolò, storpiatura locale del San Nicola protettore di naviganti e barcaioli. Nel 1449, quando una bolla di papa Nicolò V concede cappella e terreni annessi all'ordine dei Minori osservanti, comincia la costruzione – che durerà vent'anni – di una chiesa, sobria e funzionale com'era nelle tradizioni dei francescani, con annesso convento e due chiostri. L'essere stata scelta, quella chiesa modesta, da Leonello Pio, padre di Alberto, per esservi sepolto nel 1477 in saio francescano ne segnerà in qualche modo il destino. Sarà infatti proprio il più famoso dei Pio, il principe Alberto, a volerne la trasformazione monumentale, anche contro la volontà dei frati, con lavori iniziati fra il 1493 e il 1494, destinati a durare oltre un trentennio. Fino a completare l'iniziale edificio a pianta centrale e di ispirazione bramantesca, con l'idea, desunta da un disegno di Baldassarre Peruzzi, di prolungarlo verso ovest con tre navate, fino a conferirgli l'assetto attuale che è quello che poté vedere nel 1521 , a costruzione quasi completata, Nicolò Machiavelli quando venne spedito quell'anno dai medici, divenuti Signori di Firenze, in una non eccelsa missione diplomatica presso il Capitolo generale dei Minori osservanti.