L'opera e il talento di un inventore di libri

Il libro è proprio come lo avrebbe voluto lui: un in-ottavo, il formato “tascabile” che lui aveva ideato per primo, il carattere di stampa chiaro e piacevole, un “Bembo”, quello modellato sul carattere che l’incisore Griffo aveva realizzato per lui e per Pietro Bembo per la prima edizione del “De Aetna”, un incipit e un colophon (per comodità stampati sulla sovracoperta), una bella carta forte che sfiderà il tempo. È tutto manuziano l’ultimo saggio su Aldo Manuzio, stampatore, umanista e precettore del principe Alberto III Pio, che, oltre cinque secoli dopo, un altro prestigioso editore come Laterza di Bari offre agli studiosi e ai bibliofili per i contenuti proposti da Alessandro Marzo Magno, giornalista e scrittore, studioso affermato e finalista a tanti premi letterari.  Di Alessandro Marzo Magno è fresco di stampa (è il caso di dirlo) “L’inventore di libri. Aldo Manuzio, Venezia e il suo tempo” (208 pagine, 20 euro) un viaggio con e su Aldo, il più celebre degli stampatori, l’inventore del “tascabile” e delle virgole, l’umanista che recupera alla cultura occidentale i classici del mondo greco nella loro lingua originale, l’insegnante ed il precettore dei principi di Carpi, l’amico di Alberto Pio e di tanti letterati illustri del suo tempo e di ogni tempo, dal Bembo al Pontano, da Erasmo da Rotterdam ad Angelo Poliziano. “Forse non lo sapete – sostiene l’autore rivolgendosi all’ipotetico lettore –, ma il piccolo oggetto che avete in mano, così maneggevole, chiaramente stampato, dai caratteri eleganti, corredato da un frontespizio e da un indice, deve quasi tutto al genio di Aldo Manuzio, che cinque secoli fa ha rivoluzionato il modo di realizzare i libri e ha reso possibile il piacere di leggere”.