Incompleto l'Atlante della Fondazione Cini. Incisioni dell'artista in tanti musei

Xilografia rinascimentale con poco di Ugo da Carpi

È stato presentato come “un archivio online aperto a tutti e costantemente aggiornato” e, provenendo da una istituzione culturale di sicuro spessore come la Fondazione Cini di Venezia, c’era da attendersi un risultato di grande interesse per gli studiosi d’arte, gli appassionati di storia e il grande pubblico che si interessa di cultura e del patrimonio del passato. L’Atlante della xilografia del Rinascimento, l’impresa avviata dalla Fondazione Cini per raccogliere, catalogare e mettere a disposizione sul web tutto quanto è stato inciso su legno e stampato fra gli inizi del Quattrocento e la metà del Cinquecento, centocinquant’anni di storia dell’arte incisoria rinascimentale, in effetti può considerarsi un bel progetto ma ancora lontanissimo dall’essere esaustivo. È vero, nel corso dei secoli, la xilografia è stata considerata un poco la “Cenerentola” delle arti espressive, poco più che un ornamento artigianale per illustrare fogli popolari, libri devozionali o un’arte minore per portare le opere dei grandi pittori nelle case della media borghesia a prezzi accessibili.

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