Associazioni di categoria preoccupate: ''Evitare aumenti di imposte locali, a rischio tenuta delle Pmi''

Cna, Confesercenti e Confcommercio sui ventilati aumenti di Imu e addizionale Irpef

C’è preoccupazione tra le associazioni di categoria rispetto ai bilanci dei comuni nell’Area Terre d’Argine. “Se apprezziamo lo sforzo fatto per il contenimento delle tariffe sui servizi per i cittadini - commentano CNA, Confesercenti e Confcommercio - abbiamo più di una perplessità sul ventilato aumento della pressione fiscale locale, che nel 2022 ha raggiunto quasi il 43 per cento, in rialzo rispetto all’anno prima. In un momento in cui le imprese sono stremate dall’impennata dei costi e dal calo dei ricavi, l’aumento dell’Imu e dell’addizionale Irpef comunale rischiano di essere un ulteriore grave appesantimento".

Per questo le associazioni chiedono alcuni correttivi, a partire dall’applicazione dell’Imu. “Riteniamo opportuno prevedere una riduzione dell’aliquota per i proprietari che locano negozi/laboratori a canone ridotto, manovra che permetterebbe di impattare positivamente su un costo che grava pesantemente sul bilancio di tali attività”.

Secondo le associazioni, poi, occorrerebbe non penalizzare le piccole e medie imprese che operano in locali formalmente di proprietà delle "immobiliari di famiglia" Queste realtà, infatti, non potrebbero usufruire delle riduzioni fiscali per gli immobili intestati direttamente all'impresa, pur di fatto rientrando in questo ambito. 

Peraltro, non ci sono solo i temi legati alle imposte. A cominciare dai rifiuti: “E’ necessario riequilibrare correttamente il costo della raccolta dei rifiuti tra utenze domestiche e utenze non domestiche, costo attualmente sbilanciato a sfavore di questi ultimi. Occorre poi intervenire sui regolamenti comunali per evitare che le imprese siano costrette a sostenere ingiustificati aggravi di costi".

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La lotta all’abusivismo è, per le associazioni, un altro fattore importante: "Non solo sotto il profilo fiscale: si tratta di un fenomeno che rappresenta un rischio per i consumatori e per la sicurezza dei lavoratori. Serve un rinnovato impegno su questo versante, anche attraverso accordi e protocolli che facilitino l’emersione, anche attraverso segnalazioni, di questi comportamenti".

Sul tema degli appalti: "Possono rappresentare un importante volano per il territorio, a patto di coinvolgere anche le piccole e medie imprese attraverso le procedure di affidamento diretto, alle quali si fa ancora troppo poco ricorso".

“C’è poi il tema della burocrazia – rilevano Cna, Confcommercio e Confesercenti – che ha una buona prassi nel Pug di Unione. Un modello che potrebbe essere applicato su altri regolamenti, che possono tranquillamente essere adottati a livello di area. Pensiamo a quello dell’acconciatura ed estetica, al quello sulla pubblicità, a quello sui dehors di bar e ristoranti. Ciò consentirebbe di superare quelle precarietà dovute alla discrezionalità applicative, alle varie deroghe, esenzioni, che rendono questi ed altri regolamenti di difficile interpretazione. Infine, chiediamo alle amministrazioni locali di prendere atto del grave stato di difficoltà in cui versano le piccole e medie imprese e di adottare adeguate misure di sostegno, senza trascurare di investire nella promozione territoriale, volano indispensabile per l’attrattività dei nostri centri".