I dati di Intesa San Polo sul primo trimestre segnalano più uno per cento

Distretto: dall'export una boccata di ossigeno

Leggero aumento dell’export per il distretto carpigiano di maglieria e abbigliamento. Secondo il monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna, curato dalla direzione studi e ricerche di Intesa San Paolo, il comparto tessile locale ha realizzato un più uno per cento nelle esportazioni del primo trimestre del 2019. Un dato moderatamente positivo, certamente non esaltante, ma comunque incoraggiante per il settore se si pensa che nei primi tre mesi dell’anno precedente (il 2018) l’export del distretto aveva fatto registrare un calo allarmante del 31,5 per cento. Il dato di Carpi è perfettamente in linea con l’export regionale che è aumentato, appunto, dell’1 per cento proseguendo il percorso del 2018 (più 1,3 per cento) con ben 14 distretti su 20 che hanno chiuso il periodo gennaio-marzo in crescita. Tra questi: la meccanica e, in particolare, le macchine utensili di Piacenza (più 34,2 per cento), quelle per gli imballaggi di Bologna (più 9,9 per cento) e quelle per il legno di Rimini (più 8,1 per cento). Situazione quasi totalmente positiva anche nel settore alimentare con l’ottima crescita dei distretti del lattiero-caseario di Reggio Emilia e parmense (rispettivamente più 15,2 per cento e più 2,2 per cento) e dell’ortofrutta romagnola (più 9,2 per cento). Buono l’export dei mobili imbottiti di Forlì (più 12,9 per cento), mentre le piastrelle di Sassuolo calano dell’1 per cento.

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