In compenso è stato prodotto il Progetto Carpi...

Dup, un documento di programmazione senza i numeri locali dell'economia

Ancora sulla parte analitica del Dup, il Documento unico di programmazione approvato in questi giorni dalla Giunta (ph. Gazzetta di Carpi) per spremerne qualche dato conoscitivo su come stia cambiando la città. Lo abbiamo scritto: abbastanza soddisfacente per l'analisi demografica, aggiornata al dicembre 2020, quando l'Annuario statistico comunale è ancora fermo al 2018, il Documento che dovrebbe delineare il quadro di riferimento per le scelte amministrative, a partire dal bilancio di previsione, è del tutto deludente sotto il profilo dei dati economici.

Basti dire che le analisi riferite al settore tessile e dell'abbigliamento e riprodotte nel Dup, sono ancora quelle dell'Osservatorio del 2018, adducendo la scusante che l'aggiornamento triennale, coincidente con la primavera 2021, è saltato a causa del Covid, quasi che uno studio bastato essenzialmente su dati e statistiche non potesse essere eseguito in smart-working. Viene piuttosto il sospetto che lo stanziamento comunale per finanziare lo studio, affidato da anni alla R&I di Daniela Bigarelli, sia stato dirottato sul “Progetto Carpi”, destinato anche alla pubblicazione e del quale si è ancora in attesa di verificare l'utilità. Ricchissimo dunque di dati e statistiche sull'economia regionale e provinciale, per lo più desunti dall'Ufficio studi della Camera di Commercio, il Dup offre un desolante deserto di documentazione sull'economia locale. Che magari non offrirà tendenze e spunti molto diversi da quella modenese, ma che ha proprie specificità, se si considera che tutta l'economia provinciale si caratterizza per distretti e aree irriducibili a trend troppo generali. Il solo dato chiaramente e indubitabilmente “carpigiano” è in calce alla tabella della ripartizione delle imprese per tipo di attività secondo il codice Ateco riferita al giugno 2020, dalla quale risultano attive in città 6 mila 788 aziende, appena 4 in meno del dicembre 2019: il che francamente lascia molto dubbiosi.

Prendendo per buona la tabella, un piccolo aggiornamento dell'ultimo annuario statistico disponibile, quello del 2018, si desume che il 21 per cento delle imprese carpigiane (1.590 in numeri assoluti) si concentra fra commercio all'ingrosso, al dettaglio e la riparazione di motocicli e autoveicoli, seguito dal 19 per cento costituito dalle 1.413 attività manifatturiere (poi viene il 14 per cento delle 1.078 aziende delle costruzioni). Stando così le cose, visto che al 31 dicembre 2017 le aziende manifatturiere tessili e dell'abbigliamento di tutti i tipi e dimensioni erano scese a 783, si dovrebbe desumere che la moda a Carpi rappresenta poco più della metà del settore manifatturiero. Come dire: fine di una storia, ma il resto della manifattura che cos'è? Per tutto quanto concerne previsioni, andamento del mercato del lavoro, quadro macroeconomico, strategie, il Dup del Comune di Carpi altro non fa che riprendere documenti. studi e obiettivi del Governo e, al massimo della Regione. Per dire che, in un momento cruciale dell'economia cittadina come quello collegato alla pandemia e al dopo Covid, la città non dispone di dati aggiornati. Non sappiamo quante imprese piccole e medie e quanti laboratori artigiani abbiano chiuso e in quali settori in particolare, quanti siano gli occupati rispetto a prima della pandemia, quanti i disoccupati o fruitori di ammortizzatori sociali, quanti esercizi al dettaglio hanno cessato l'attività. In compenso ci siamo dotati di un “Progetto Carpi”, con soluzioni ispirate ai numeri di tre anni fa. Eppure il Comune ce l'ha, un Ufficio Statistica; le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali dovrebbero avere un piccolo ufficio studi interno per monitorare continuamente gli andamenti. Senza dati (i big data) si rischia di fare solo chiacchiere: e a Carpi non si vede chi si preoccupi di raccoglierli, con la benemerita eccezione di un Osservatorio del Tessile Abbigliamento che nessuno si è preoccupato di far lavorare sugli ultimi tre anni.